Crisi del lavoro marittimo, perchè il Governo non ci ascolta?
Vincenzo Accardo
E' un Vincenzo Accardo arrabbiato, quasi incontrollabile al telefono della nostra Redazione, dove esprime tutta la sua rabbia per una situazione che ogni giorno diventa sempre piu' drammatica, ma che continua ad essere ignorata da tanti.
Siamo stufi - ha dichiarato Accardo - siamo stufi di tutti, delle promesse false, delle parole, delle continue conferenze o raduni, dove si parla di tutto, ma mai dei lavoratori marittimi.
Il famoso Governo del cambiamento o del popolo, come si vuole far chiamare, per la nostra categoria, non ha fatto niente, anzi l'assurdo sembra ignorarci. A noi fa piacere vedere i vice premier Di Maio e Salvini, che corrono in tutta Italia a raccontare tutto quello che fanno o che faranno, ma si sono dimenticati di Torre del Greco, una città che vive sul mare e che i marittimi sono ancora l'economia di questa città.
Oggi- ha continuato Accardo - si fa a gara a dire che il famoso made Italy deve essere rivalutato, ed è giusto farlo, però stranamente sulla maggioranza delle navi che battono bandiera italiana, il personale non è italiano. Tutto questo ha portato ad una disoccupazione non piu' controllabile e si cerca di ignorare il problema con numeri falsi dettati da chi ha tutto l'intenzione di non far scoprire la verità.
Come presidente dell'Associazione, Marittimi del Futuro, noi continuiamo ad invitare a tutti, politici, sindacalisti, armatori, anzi li invitiamo ad essere presenti solo un giorno nella nostra sede per far vedere quante persone si presentano per chiedere un imbarco. Capisco che i capoccioni del sindacato sono a Roma, lontano dai nostri problemi, ma non giustifico i sindacalisti di quelli che vivono sul territorio, che sanno benissimo quanti marittimi disoccupati ci sono, anzi sono convinto che tantissimi si rivolgono a loro per poter imbarcare.
Noi - ha concluso Accardo - non ci arrendiamo, il nostro scopo è la rivalutazione del lavoro marittimo, continueremo a gridare e denunciare per far si qualcosa cambi, e il nostro scopo sarà raggiunto quando vedremo quelle famose navi da crociere o alcune del cabotaggio, con deroghe sindacali, che battono bandiera italiana, almeno il 50% sia personale italiano.
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