07-02-2019
Pozzallo - A Pozzallo, nel corso degli ultimi cinquanta anni, è cresciuto a dismisura il numero di marittimi che hanno contratto malattie correlate all’esposizione all’amianto durante il lavoro a bordo di navi, fabbricate e congegnate in USA e ovattate di una dannosità latente e di un’invisibile pericolosità.
Infatti l’amianto, in corde intrecciate, attraversava ogni segmento delle navi: dalle chilometriche tubature, alle isolanti coibentazioni, dalle cocenti sale macchina alle delimitanti paratie. Inoltre, spesso era utilizzato come materiale da rattoppo, che mani ignude erano pronte a mescolare per rappezzare ogni forma di conduttura.
Due studi legali da anni si preoccupano di difenderli perché ottengano un giusto riconoscimento. Alcuni marittimi sono già morti, altri malati gravemente.
Quali sono i nomi dei responsabili? Sono gli armatori a capo delle più potenti compagnie americane quali TEXACO, EXXON, MOBIL, BP, SHELL, SOCAL, GULF OIL, quest’ultime due, fuse successivamente in CHEVRON, e sulle cui imbarcazioni hanno navigato migliaia di marittimi italiani, inconsapevoli della pericolosità dell’amianto.
Se però non è più possibile perseguirli penalmente, risulta ammissibile avviare azioni di risarcimento negli USA, in favore dei marittimi che hanno contratto malattie asbesto correlate (mesotelioma pleurico, asbestosi, cancro ai polmoni). Legittimati a proporre l’azione legale di risarcimento sono anche gli eredi dei marittimi, vittime della fibra killer.
I legali italiani si appoggiano a noti studi degli USA, dove vengono depositate le istanze di risarcimento, nei confronti non solo degli armatori, ma anche delle società produttrici di equipaggiamenti navali contenenti amianto.
Dopo aver ottenuto importanti risarcimenti a favore di marittimi, affetti da mesotelioma, oggi tali studi legali sono impegnati in ulteriori azioni civili sia in Texas che in California.
Redazione
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