In queste drammatiche ore per i lavoratori della Tirrenia e della Siremar si stanno concentrando attacchi di ogni genere, le cui finalità distruttive non sfuggiranno a nessuno, che mi spingono a fare alcune necessarie precisazioni.

Ovviamente non commenterò, spetta prima di noi ad altri farlo, le accuse portati nei confronti della gestione del Gruppo in questi lunghi anni, tranne che esprimere l’augurio che venga fatta piena luce su eventuali responsabilità di chi ha in realtà avuto il potere decisionale sulle strategie e sulle scelte aziendali ed augurarmi che eventuali errori o eventuali illeciti di qualunque genere e da  chiunque commessi, vengano chiaramente individuati e conseguentemente colpiti.

Desidero invece respingere con forza ogni addebito nei confronti dei lavoratori, i quali, da più parti, vengono accusati di aver determinato in buona misura, per scarsa produttività o per effetto di condizioni contrattuali e salariali più elevate degli altri lavoratori del settore, la pesante situazione finanziaria in cui l’Azienda si è venuta, a mio avviso artatamente, a trovare.

Queste accuse sono assolutamente false e siamo pronti, documenti alla mano, a dimostrarlo a chiunque, in ogni sede ed in qualunque occasione o dibattito pubblico che ci rendiamo sin da subito disponibili ad affrontare.

Si eviti dunque, per carità, di tentare di togliere ai marittimi, oltre che il posto di lavoro, come si sta cercando  irresponsabilmente di  fare,  anche la loro  dignità di lavoratori e di uomini.