All’approssimarsi del 6 settembre, giorno in cui incontreremo il Governo per affrontare le problematiche della privatizzazione di Tirrenia, non possiamo che tenere le dita incrociate ed augurarci che quella “cosina in più” di cui ha parlato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti il giorno 24 agosto, nel corso di una sua dichiarazione, sia la garanzia formale e sottoscritta che i livelli occupazionali e contrattuali dei lavoratori non verranno in alcun modo intaccati e l’impegno che eventuali esuberi, computando tra gli organici anche i precari storici, saranno trattati analogamente a quanto fatto per altri lavoratori dei trasporti.
Ci auguriamo altresì che “le prospettive che si erano aperte”, come ermeticamente dichiarato dal Ministro in quella stessa occasione nella quale richiedeva la fine delle agitazioni, si siano effettivamente concretizzate.
Vogliamo inoltre sperare che le giornate successive al 30 e 31 di agosto (date dello sciopero, da noi responsabilmente differito) siano servite al Governo anche per unificare le voci del Vice Ministro all’Economia, Giuseppe Vegas e del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia con quelle del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli il quale ha dichiarato di essere contrario ad ogni ipotesi di spezzatino delle distinte aziende dell’ex Gruppo, dichiarazione su cui concordiamo pienamente.
Concordiamo anche sui propositi espressi circa la proroga delle convenzioni in scadenza il 30 settembre prossimo e la volontà di avanzare con determinazione la richiesta alla UE di un ragionevole slittamento dei tempi necessari a concludere ordinatamente il processo di privatizzazione dell’intero Gruppo Tirrenia.
Se tutto ciò dovesse il giorno 6 almeno delinearsi, il giorno 7 potremmo decidere la revoca dello sciopero. Se al contrario dovessimo trovarci di fronte ad un quadro ancora confuso ed incerto tale da non poter restituire ai lavoratori ed alle loro famiglie speranza e serenità, la risposta del sindacato non si farà di certo attendere.
Roma, 2 settembre 2010
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