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        REVISIONE ABILITAZIONI PROFESSIONALI

 

 

 

La riunione del 15 ottobre 2010, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a Roma in via dell’Arte 16, è stata convocata dalla dott.ssa Stefania Moltoni, Dirigente Div. 1 – Personale della Navigazione Marittima ed Interna – Affari Generali, al fine di avviare le procedure necessarie a colmare un vuoto legislativo in materia di abilitazioni professionali.

 

Questo, attraverso il confronto tra le parti sociali che ha avuto per oggetto la “Istituzione delle abilitazioni  per il settore di coperta per gli iscritti alla gente di mare impiegati a bordo di navi battenti bandiera italiana  che effettuano viaggi costieri ai sensi dell’art. 5 del DPR 31 marzo 2009, n.55 nonché delle abilitazioni di macchina su navi con apparato motore principale fino a 750 KW “. 

 

Infatti, il Decreto Legislativo 30 novembre 2007, “Qualifiche ed abilitazioni per il settore di coperta  e di macchina per gli iscritti alla gente di mare”, oltre all’impatto fortemente innovativo, che ha prodotto problematiche interpretative ed applicative tali da pregiudicare, in alcune occasioni,  la operatività dei mezzi nautici, ha trascurato di normare tutta quell’area del lavoro marittimo che si avvaleva dei cosiddetti titoli minori.

 

Lavoro marittimo con titoli minori la cui professionalità viene esercitate su navi che effettuano navigazione internazionale costiera, navigazione nazionale costiera, navigazione nazionale litoranea, navigazione nazionale locale. Navigazione comunque entro le 20 miglia.

 

Inoltre, la normativa in essere, appunto il DL 30/11/2007, coinvolge tutti i marittimi iscritti alla prima categoria, e quindi si rivolge alla gente di mare che opera nel traffico mercantile e a quelli della pesca.

 

Per la qual cosa, è assolutamente improponibile attingere professionalità per il settore della pesca, come pure per le navi che effettuano viaggi costieri, attraverso una normativa che disciplina quello del cabotaggio e del traffico internazionale.

 

Infine, il suddetto decreto, ha anche completamente ignorato, conseguentemente, il percorso scolastico propedeutico al conseguimento dei titoli minori.

 

Infatti, i titoli minori costituivano la naturale derivazione dalla formazione scolastica degli Istituti Professionali di Stato Per Le Attività Marinare (IPSAM).

 

Va inoltre sottolineato che l’EMSA, European Marittime Safety Agency, aveva, attraverso un apposito, recente documento, espresso perplessità circa il livello qualitativo del sistema formativo nazionale per la professionalità degli ufficiali italiani.

 

Tutto questo, nonostante la realizzazione degli ultimi provvedimenti legislativi su tutta la materia, come quella relativa ai programmi di esame, decreto 17/11/2007, insieme a quella relativa alle “certificazioni di abilitazioni professionali”, appunto il suddetto decreto 30/11/2007.

 

Provvedimenti, questi, sulla scia di quello che ha costituito lo sviluppo di tutta la normativa nazionale in tema  di “titoli professionali”, da quella storica, codicistica (Codice della Navigazione), a quella successiva di cui al testo coordinato del DM  5/10/2000, poi integrato con le modifiche del DM 22/12/2000.

 

Provvedimenti che, inoltre,  perseguono l’obiettivo di adeguare, appunto, tutta la normativa nazionale, a quella internazionale ed al suo codice applicativo, CODE STCW 95.

 

Un processo, quello dell’adeguamento, che deve prioritariamente avvalersi di una organica politica della formazione improntata su una efficace, sistematica sinergia tra l’istruzione scolastica e quella post-scolastica.

 

Istruzione scolastica anch’essa oggetto di provvedimenti di riforma che, nell’introdurre nuove formulazioni nella strutturazioni dei titoli di studio per le carriere professionali,superando vecchie terminologie, come quella originaria del “diploma di scuola media superiore ad indirizzo nautico” con la nuova, “diploma di scuola secondaria di II Ciclo ad indirizzo nautico o marittimo” producono modifiche sostanziali ed aprono alla professione marittima ed alla relativa carriera, anche con percorsi scolastici di non specifica cultura nautica.

 

Ci si riferisce in modo particolare,  alla modifica fortemente innovativa del “titolo di studio conclusivo di un percorso di II Ciclo diverso da quello ad indirizzo nautico o marittimo, con il completamento, con esito positivo, di un modello di allineamento di 500 ore  totali finalizzato ad integrare le competenze specifiche di settore”.

 

Nuove formulazioni dei titoli di studio per le relative carriere, inoltre, necessarie a conferire alla categoria un livello di maggior prestigio culturale e professionale, anche attraverso il Diploma di Laurea Triennale in Scienze Nautiche.

 

Va infine sottolineato che, con la istituzione delle nuove abilitazioni, si vanno a sanare tutta una serie di particolari sofferenze relative al conseguimento di certificazione IMO a livello operativo. Sofferenze prodotte dall’introduzione della precedente normativa del decreto 30/11/2007, la cui applicazione, comunque prevedeva un periodo di transizione.

 

Periodo di transizione, tra il vecchio ed il nuovo regime, necessario a salvaguardare in qualche modo le professionalità esistenti, i titoli conseguiti e le certificazioni IMO corrispondenti.   

 

Il confronto sul nuovo decreto riprenderà i lavori nelle prossime settimane pere la definizione del testo definitivo.

 

   ANGELO PATIMO  

         

 

 

 

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