COMUNICATO


Di seguito pubblichiamo un articolo sul Jones Act che, secondo noi, non ha avuto la giusta e necessaria attenzione della stampa specializzata.
Evidentemente non faceva piacere ai poteri forti di Confitarma ma, quello che più è sconvolgente è il silenzio dei sindacati.
Tutti i giorni fanno a gara, ad esempio, per pubblicare articoli sulla istruzione/formazione di natura filosofica dei marittimi concentrando, per usare un eufemismo, importanti sforzi intellettuali e magari anche presi a prestito, su tutta questa “muina” che, sicuramente non contribuisce, a nostro parere, alla soluzione del problema occupazionale che i nostri marittimi oggi affrontano.
Ci dicessero piuttosto che fine ha fatto l’accordo che firmarono con i loro amici armatori che, utilizzando soldi pubblici, riconosceva agli allievi salari da fame contro ogni regola e normativa nazionale ed internazionale.
Comunque quella della formazione sarà un altro tema che discuteremo nell’assemblea pubblica che intendiamo organizzare l’8 aprile c.a. a Torre del Greco, con o senza la partecipazione dei sindacati confederali dei marittimi che, a tutt’oggi, non hanno ancora risposto al nostro precedente invito, confermando la partecipazione.
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Il Transportation Institute evidenzia nuovamente l'importanza del Jones Act per lo shipping statunitense
Attualmente il settore marittimo dà lavoro a circa 650mila cittadini americani
L'organizzazione non-profit statunitense Transportation Institute (TI), istituita nel 1967 per promuovere lo sviluppo delle attività marittime negli Stati Uniti, ha reso noti oggi i risultati di un nuovo studio commissionato alla PricewaterhouseCoopers (PwC) per valutare l'impatto del Jones Act sull'occupazione americana nel settore dello shipping, normativa che - ha sottolineato l'organizzazione - ha consentito una crescita del 30% dei posti di lavoro ricoperti da cittadini statunitensi.
TI ha evidenziato che grazie al Jones Act, la legge del 1920 in base alla quale sulle rotte di cabotaggio negli USA debbono essere utilizzate esclusivamente navi di bandiera americana, di proprietà americana, con a bordo marittimi americani e costruite in cantieri navali americani, attualmente il settore marittimo dà lavoro a circa 650mila cittadini americani e contribuisce con 154 miliardi di dollari all'anno alla crescita economica della nazione.
La flotta che opera nei traffici regolati dal Jones Act è costituita da 40mila navi che trasportano annualmente quasi un miliardo di tonnellate di merci.
«Questo nuovo studio - ha affermato il presidente del Transportation Institute, James Henry - dimostra l'eccezionale impatto che il nostro settore ha sul benessere complessivo della nostra nazione, in particolare assicurando posti di lavoro ad americani operosi, migliaia dei quali hanno con orgoglio prestato servizio nelle nostre forze armate». «Inutile dire - ha rilevato Henry - che il rapporto sottolinea quanto il Jones Act sia indispensabile per la sicurezza e la prosperità dell'intera nazione».

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