23-09-2019
La guerra persa marittimi
È una guerra vista dal basso, da ogni categoria, di manovalanza, oppure da quelle degli ufficiali, una guerra sofferta, ma nello stesso tempo una tragedia di poveri cristi, che passano dalla esaltazione o allo scoraggiamento totale.
Basta un comunicato, o un annuncio sul social, o addirittura una notizia di stampa per gettare nello sconforto oppure in casi molto rari, per incoraggiare un lavoro che ogni giorno diventa sempre piu’ difficile da fare e conservare.
L’ultima notizia è di una circolare senza senso, addirittura del Ministero della Salute, dove ha diviso una categoria di lavoratori, che per la storia che rappresenta (dal mozzo al Comandante) li classifica in base al loro turno di appartenenza, dimenticando che il lavoro che si svolge è uguale per tutti a prescindere dal turno.
Ci chiediamo se tutto questo non ha uno scopo, o addirittura sia un progetto che oggi colpisce la categoria piu' debole e numerosa per poi continuare nel tempo in modo da eliminare definitivamente l’assistenza specialistica medica dell’ex Ipsema.
Sono circolari che cercano di abolire leggi dove una volta il marittimo veniva considerato per il suo lavoro fatto di sacrifici e quindi giustamente in caso di bisogno aveva diritto ad un assistenza medica differente dagli altri lavoratori.
Purtroppo a tutto questo possiamo lamentarci quando vogliamo, ma come in tutte le cose non avremmo giustizia e non ci sarà mai nessun riconoscimento.
Troppe sono le battaglie perse per vincere la guerra, vedi causa amianto, legge per lavori gravosi dove quasi nessun marittimo riesce ad andarci per clausole assurde (pretesa di sette anni di navigazione lavorativa negli ultimi dieci anni), lavoro usurante non riconosciuto, precariato a vita e tante altre cose che ormai siamo stufi di raccontare.
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