Prelievo forzoso sulle pensioni. Conguagli e tagli sugli assegni
Da giugno scattano gli adeguamenti sulle pensioni su due fronti: da un lato il taglio (pesante) su quelle alte, dall'altro il prelievo per le rivalutazioni
L'intervento di fatto è stato annunciato da una circolare Inps che dà seguito a quanto predisposto con la manovra varata dal governo lo scorso 30 dicembre. Gli assegni dei pensionati subiranno una sforbiciata secondo questo schema: 15% per la quota d’importo da 100mila a 130mila euro; 25% per la quota da 130mila a 200mila euro; 30% per la quota di importo da 200mila a 350mila euro; 35% per la quota da 350mila a 500mila; 40% per la quota d’importo eccedente i 500mila euro. Insomma il taglio sulle pensioni d'oro entrerà in scena con il rateo dell'1 giugno, un minuto dopo il voto delle Europee. Ma le amare sorprese per i pensionati non fiscono qui.
La sforbiciata che partirà a giugno riguarderà solo gli importi alti, ma di fatto c'è per tutti gli altri pensionati un conto in sospeso con l'Inps. Come è noto il governo ha infatti bloccato le quote sulle rivalutazioni degli assegni. Per le pensioni superiori a 3 volte il minimo e inferiori a 4 la rivalutazione sarà del 97%, del 77% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo, del 52% tra 5 volte e 6 volte il minimo, del 47% oltre 6 volte, del 45 oltre 8 volte e solo del 40% oltre 9 volte il minimo. Con l'approvazione della manovra nell'ultimo giorno utile dell'anno, il 30 dicembre del 2018, l'Inps nei primi mesi del 2019 ha calcolato la rivalutazione piena per gli assegni. Poi da aprile è scattato l'adeguamento. Ma adesso i pensionati dovranno restituire quanto incassato in più in questi mesi. E da giugno scatterà il piano di rientro: sul rateo i pensionati troveranno un altro prelievo per la quota della rivalutazione. Insomma ancora un volta il governo mette le mani nelle tasche dei pensionati. Le associazioni di categoria sono già sul piede di guerra e l'1 giugno a Roma ci sarà una manifestazione dei pensionati per protestare contro le mosse del governo che ormai ha trovato negli assegni un "bancomat" sempre aperto.
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