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TIRRENIA ORA SPUNTA LA DATA DEL 5 AGOSTO

Bianca D’Antonio

Un ennesimo rinvio. Ora spunta la data del 5 agosto come termine ultimo per il passaggio di Tirrenia nelle mani di Cin, la Compagnia Italiana di Navigazione. Lo ha affermato il commissario straordinario Giancarlo D'Andrea nel corso dell'audizione alla commissione trasporti del Senato. D'Andrea ha anche parlato delle prossime tappe di questo lungo quanto difficile processo di acquisizione su cui non ha mai cessato di pendere lo spettro del fallimento. «Eventualità assolutamente da evitare - taglia corto D'Andrea -. Per firmare il contratto abbiamo ancora qualche giorno, ma sono ottimista perché, comunque, siamo garantiti dalla fideiussione di 20 milioni di euro versata dagli armatori privati. Se la CIN si dovesse ritirare, incasseremo subito la cifra per cui potremo continuare regolarmente per tutta l'estate». Una vera iattura però, anche perché, da un lato, gli armatori privati potrebbero sempre fare ricorso bloccando di fatto il pagamento e, dall’altro, alla Tirrenia non resterebbe che il fallimento. Intanto deve ancora partire l'indagine dell'Antitrust europea avviata sulle tre società che hanno dato vita alla Cin e nata dalla constatazione che i loro fatturati complessivi superano il tetto dei cinque miliardi. Ci vorrà, infatti, almeno una settimana perché Cin, che già aveva inviato la documentazione all'Antitrust italiana, prepari tutto quanto richiesto dall'Antitrust europea. Altra nota dolente è rappresentata dal recente ingresso della Regione Sardegna nella gestione dei traffici dell'isola con una propria compagnia e due navi e dalla volontà del governatore Cappellacci e della sua giunta di essere parte attiva nella partita. Né è un mistero che la Regione aspiri ad avere una partecipazione azionaria nella nuova Tirrenia, eventualità che non pare gradita a Cin. Laconico il commento di D'Andrea: «È un problema che non abbiamo ancora affrontato. Con la Regione ci sono stati contatti, ma non ci è stato mai chiesto ufficialmente il trasferimento delle navi». Quanto ai debiti della compagnia di stato, sono «pari a 550 milioni tra credito privilegiato (circa 40%) e chirografaro: comunque, c'è una notevole possibilità per farvi fronte» il mattino

 

                 01-07-2011

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