CATANIA – Sono
trascorse due settimane e dall’advisor non trapela
nulla, né tantomeno dai ministeri dei Trasporti e
dello Sviluppo economico.
L’ultima notizia è del 20 ottobre, quando, poche ore
dopo la scadenza dei termini per la presentazione
delle manifestazioni d’interesse, la Rothschild
annunciava di avere ricevuto ventuno proposte per
acquisire Tirrenia e cinque per la Siremar, la
compagnia che collega la Sicilia alle Isole minori.
Poi niente. Tutto previsto, però. Infatti, Giancarlo
D’Andrea, commissario straordinario di Tirrenia,
subito dopo la chiusura dei termini, aveva
annunciato che “è stata avviata l’analisi
approfondita della documentazione pervenuta al fine
di individuare i soggetti ai quali dovrà essere
indirizzato l’invito a partecipare alla successiva
fase di due diligence.
L’invio della lettera di invito da parte della
Procedura è previsto entro la prima decade di
novembre nel rispetto dei termini concordati a
livello comunitario". Certo, aleggia il sospetto che
le manifestazioni d’interesse presentate non siano
tutte reali, come per la prima pre-gara.
Ad avanzare l’ipotesi, nei giorni scorsi, è stato
Nicola D’Abundo, presidente dell’associazione
cabotaggio armatori partenopei.
“Tra le manifestazioni d’interesse d’acquisto e la
formalizzazione dell’offerta ce ne passa. Si tratta
di tattica. Tra i nomi che ho letto, molti per lo
più sono curiosi di leggere le carte della Tirrenia
e rendersi conto della situazione. Anche l’altra
volta c’erano più o meno 20-30 richieste (in realtà
furono 16, ndr)”, ha dichiarato D’Abundo all’agenzia
Il Velino.
Insomma, una cosa è la manifestazione d’interesse;
un’altra è il bando vero e proprio.
Allora sì che chi presenterà l’offerta s’impegnerà
ufficialmente per rilevare la grande compagnia di
navigazione, compresi dipendenti, navi e parte della
montagna di debiti. Non è roba da poco. Per chi
riuscirà ad accaparrarsi le compagnie si prevedono
tempi duri per rimettere in sesto i bilanci, al di
là degli aiuti di Stato, dal momento che la Tirrenia
ha debiti che ammontano complessivamente a 646,6
milioni di euro, e l’ultima situazione contabile
nota, aggiornata al 4 agosto 2010, ha già registrato
15 milioni di euro di debito scaduti, mentre ci sono
altri 227 milioni di debiti verso banche a breve, e
182 milioni che rappresentano la quota debitoria a
medio e lungo termine. “Sono molto scettico: c’è un
debito molto forte e una gestione molto pesante. Per
fare la stessa linea che fa la Tirrenia non c’è
bisogno di comprarla”, ha aggiunto D’Abundo.
Tra i volti noti che hanno presentato la
documentazione ci sono anche l’armatore Alexis
Tomaso con la Costantino Tomasos, ex componente
della Mediterranea holding (la partecipata della
Regione siciliana ha confermato l’interesse anche in
questa fase, dopo l’annullamento della prima
pre-gara), mentre ci provano per la prima volta
l’armatore sorrentino Gianluigi Aponte, patron di
Msc, che per partecipare alla gara è da poco entrato
con Marinvest nel 50% Gnv e che partecipa attraverso
Snav e l’imprenditore italo-americano Antony Cerone,
la Moby di Vincenzo Onorato, Corsica Ferries, il
gruppo Franza e il fondo britannico Cinven Limited.
Se sono serie, le manifestazioni d’interesse si
tramuteranno in offerte.
05-11-2010
www.qds.it