Il timore è piuttosto palese, e
le notizie che rimbalzano a
mezzo stampa non fanno che
confermare le preoccupazioni
sulle possibili evoluzioni della
vicenda Tirrenia.
Parliamo ovviamente del
salvataggio della
compagnia marittima,
per la quale una cordata di
investitori
potrebbe subentrare nella
società. Ma le associazioni dei
consumatori lanciano una
scialuppa di emergenza, affinchè
l’affare non si trasformi in uno
scenario esoso per le tasche dei
consumatori.
Scrive infatti Massimo Sideri
nel Corriere della Sera del 18
maggio, che gli investitori che
metteranno mano alla compagnia
porteranno sostanzialmente a
casa la
flotta di traghetti,
il portafoglio di rotte e 72
milioni di convenzioni per la
durata di 8 anni, per un
controvalore di 576 milioni di
euro di soldi pubblici.
In pratica, conclude la firma
del Corriere della Sera, saranno
soldi dei contribuenti.
Lecito pertanto attendersi una
seria vigilanza da parte delle
autorità competenti, affinchè
dietro il forte rincaro dei
biglietti, al
di là dell’inasprimento del
costo del carburante,
non si celino anche
atteggiamenti poco rispettosi da
parte dei clienti e dei
contribuenti.