La Regione
Sardegna dev'essere
un
interlocutore
di primo
piano del
Governo
nella
vicenda
Tirrenia,
perché
l'isola non
può
permettersi
di perdere
altre linee
marittime
minacciando
la
continuità
territoriale".
Giancarlo
Acciaro,
presidente
dell'Associazione
Agenti
Marittimi
Sardi dallo
scorso
giugno
nonché
titolare
della
società
Acciaro &
Parodi,
dimostra di
avere le
idee molto
chiare sul
dossier che
riguarda la
privatizzazione
di Tirrenia
e non lesina
critiche per
com'è stata
gestita la
situazione
negli ultimi
mesi.
"Abbiamo
perso la
linea di
Grimaldi
Napoli su
Porto
Torres, il
collegamento
di Snav su
Cagliari e
Tirrenia,
oltre ad
aver detto
addio ad
Arbatax, sta
operando a
mezzo
servizio la
Genova-Olbia"
sottolinea
Acciaro, che
in qualità
di
rappresentante
degli agenti
marittimi
della
Sardegna,
con venti
aziende
associate, è
preoccupato
per il
futuro dello
shipping
sull'isola.
"Le linee
marittime
con il
continente
non possono
essere
lasciate
esclusivamente
in mano ai
privati
perché,
oltre i
picchi nei
tre mesi
estivi, per
tutto il
resto
dell'anno i
volumi da
trasportare
non
giustificherebbero
i viaggi
delle navi.
La soluzione
migliore
sarebbe, a
mio parere,
quella che
vede la
partecipazione
diretta
della
Regione
Sardegna nel
capitale
della
Tirrenia, in
modo che
possa
svolgere un
ruolo di
garanzia e
di controllo
come
soggetto
terzo
rispetto
all'attività
svolta,
lasciando ai
privati
completa
autonomia".
Ma i
problemi
dell'isola
non sono
legati solo
al dossier
Tirrenia,
bensì
riguardano
più in
generale i
tagli
imposti dal
Ministero
dell'Economia
che limitano
i progetti
di sviluppo
degli scali
sardi. "Nei
periodi di
crisi si
dovrebbe
investire
per far
ripartire la
crescita,
invece in
Italia
dobbiamo
fare i conti
con i tagli
della spesa
pubblica"
prosegue
Acciaro che
esamina
alcuni casi
eclatanti.
"Il porto
canale di
Cagliari, ad
esempio, è
penalizzato
dalla
profondità
dei fondali
che
attualmente
non vanno
oltre i 14
metri mentre
sarebbe
necessaria
una
profondità
di almeno 16
metri per
accogliere
le grandi
portacontainer
che
altrimenti
fanno rotta
verso il
Nord Africa.
Discorso
simile vale
per la
stazione
marittima
dove le navi
da crociera
di ultima
generazione
non possono
entrare e se
decidono di
scalare
Cagliari
sono
costrette ad
ormeggiare
presso le
banchine
commerciali.
Anche lo
sviluppo di
Porto Torres
è minacciato
dai tagli
alla spesa
pubblica che
rischiano di
rallentare,
se non
compromettere,
i progetti
sui nuovi
attracchi
per i
traghetti".
Il messaggio
che vuole
lanciare il
presidente
degli agenti
marittimi
sardi è
chiaro: se
si vuole
proporre la
Sardegna
come hub
strategico
per il
Mediterraneo
bisogna
studiare una
precisa
politica di
potenziamento
infrastrutturale.
"Le
strutture
esistono
già, mancano
piccoli
interventi
migliorativi
per renderle
competitive.
Il mio
impegno in
qualità di
presidente
degli agenti
marittimi
raccomandatari
della
Sardegna è
quello di
stimolare la
partecipazione
dei miei
associati
per
presentarci
di fronte
alle
istituzioni
con proposte
concrete