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Tirrenia, la vertenza dei lavoratori sbarca nell'Isola

La crisi della Tirrenia sbarca in Sardegna. Ieri un gruppo di marittimi, quelli imbarcati sul traghetto Bithia, hanno manifestato a Porto Torres contro la cassa integrazione annunciata per 722 colleghi del gruppo. In un volantino, i lavoratori hanno accusato il commissario straordinario di aver adottato «una decisione unilaterale in contrasto con gli accordi sindacali». Decisione che certifica «una conduzione inaccettabile della vertenza e che lascia presagire il possibile esito». Sotto accusa anche il ministro dei Trasporti Altero Matteoli. Non piace «il suo silenzio e il suo continuo ottimismo sulla vicenda». I lavoratori sono stanchi di promesse e ora chiedono «risposte chiare e scritte per il loro lavoro». In mancanza annunciano, oltre allo sciopero di lunedì, nuove proteste. SAREMAR Novità anche sulla vendita della ex controllata della Tirrenia, la Saremar. I sindacati hanno rotto il tavolo delle trattative con la Regione. Mercoledì si sarebbe dovuto tenere un incontro tra i sindacati e il nuovo assessore ai Trasporti, Angelo Carta. Incontro che però è saltato perché al tavolo, oltre a Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Federmar era presente una nuova sigla. «Una scelta irrituale», dicono in coro. «L'assessore può incontrare chi ritiene opportuno ma non era previsto e nessuno di noi conosceva i rappresentanti», dicono. «Noi, invece, seguiamo la vicenda dall'inizio». Scelta irrituale come l'annunciato incontro che l'assessore avrà martedì con i marittimi. «I rapporti con i lavoratori sono una nostra prerogativa, ci preoccupa l'inversione di rotta che arriva non appena cambia la Giunta, ma ricordiamoci che le delibere prese dal precedente assessore, Liliana Lorettu, erano state avallate dal presidente Cappellacci», precisa Sandro Bianco della Filt Cgil. CESSIONE A preoccupare le sigle, però, è la possibile decisione di vendere il 100% della Saremar ai privati, e non più il 51% come previsto dal precedente assessore. «Eravamo già contrari a quella decisione», aggiunge il segretario regionale della Uilt, Franco Meloni. «Figuriamoci se tutta la proprietà passasse ai privati. Il controllo della Regione darebbe invece garanzie per i collegamenti e l'occupazione». Per questo «abbiamo chiesto un incontro al presidente Cappellacci e abbiamo avviato le procedure di raffreddamento preliminari allo sciopero», conclude Giampaolo Corona della Fit Cisl.

www.unionesarda.it

19-11-2010                 Stampa questa pagina

 

 

   

   

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