MARITTIMI
CARONIA, TIRRENIA.
CREDO CHE SARA' UN FALLIMENTO PILOTATO
«Come è noto
dopodomani tutte le organizzazioni sindacali
presenti in Tirrenia sono state convocate, in orari
diversi, presso il ministero del Lavoro per
l’espletamento della procedura relativa alla
concessione del trattamento di cassa integrazione
guadagni straordinaria e di integrazione salariale
di cui al Dpr 218/200.La scelta fatta dal ministero
di attivare tavoli separati non ci sembra, almeno
limitatamente all’argomento in questione, la
migliore, in quanto la drammaticità della situazione
occupazionale che sta colpendo la vasta platea dei
marittimi in turno particolare (Tp) impone, a nostro
avviso, una immediata e contestuale assunzione di
responsabilità di tutti quanti hanno titolo a
rappresentare i lavoratori. È quanto afferma in una
nota Giuseppe Caronia, segretario generale
Uiltrasporti. «Per quanto ci riguarda, come abbiamo
già da tempo dichiarato, siamo predisposti a
sottoscrivere, ferma restando la nostra richiesta di
immissione in Crl di quanti ne hanno
contrattualmente maturato il diritto, un accordo che
estenda la cassa integrazione all’intera forza
lavoro della quale fanno parte i lavoratori, oltre
che in regolamento organico (Ro) e in continuità del
rapporto di lavoro (Crl), anche quelli in turno
particolare (Tp) che vanno considerati a tutti gli
effetti facenti parte dell’organico aziendale e
pertanto aventi pari diritto a utilizzare gli
ammortizzatori sociali per le fasi di interruzione
(per fermo forzato navi causa lavori manutenzione e
non in ragione di eventuali scelte unilaterali
dell’azienda) dei periodi del contratto di imbarco e
pari diritto all’impiego su qualunque nave sociale
sia essa in convenzione o fuori
convenzione»,continua Caronia. «Riconfermiamo
tuttavia lo sciopero di 24 ore del giorno 14 gennaio
la cui motivazione è però quella di sostenere la
reiterata richiesta di incontro avanzata da tutto il
sindacato al governo, il quale non può più sottrarsi
al confronto sulla sorte dell’ex gruppo Tirrenia, la
cui procurata agonia in un modo o nell’altro dovrà
obbligatoriamente cessare nel corso del neonato anno
2011» aggiunge il sindacalista. «Dovremmo così
finalmente conoscere, oltre che l’identità (il
commissario straordinario si è sempre
inspiegabilmente rifiutato di farlo) di quanti hanno
manifestato interesse per l’acquisizione dei
compendi aziendali di Tirrenia e Siremar e di quelli
che, nell’ambito delle gare in corso per la
privatizzazione, sono stati ammessi alla fase
successiva della
due diligence, anche le ragioni
dell’incomprensibile mistero che sta negativamente
segnando questo processo, in modo tale da poter
fugare i tanti dubbi che serpeggiano tra i
lavoratori e nel Paese nei confronti di una gara che
sempre di più appare come una sapiente messa in
scena in quanto le decisioni su chi e a quali
condizioni aggiudicare i suddetti compendi, si
sospetta possano essere già state definite» aggiunge
Caronia. «Altro atroce dubbio che andrebbe presto
fugato è quello del come possa essere stato
possibile azzerare e in base a quale piano
industriale, i precedentemente preannunciati (ma mai
concordati) 211 esuberi strutturali (D’Andrea ha
infatti ufficialmente dichiarato che non ci saranno
esuberi) e come potrà essere possibile per chiunque
rinunciare ai circa 15 milioni di euro l’anno
mancanti dalle previste sovvenzioni statali per
Tirrenia del tutto necessari per garantire l’attuale
livello dei servizi svolti» continua Caronia.
«Allora delle due, l’una: o si vuole scaricare tutto
sulle spalle dei lavoratori, peggiorando
notevolmente le loro condizioni salariali e di
lavoro e eliminando ogni garanzia occupazionale e su
quelle dell’utenza, diminuendo sensibilmente il
servizio offerto, oppure più verosimilmente il piano
consiste nell’appesantire artatamente la condizione
economico-finanziaria al solo scopo di arrivare
ineluttabilmente al fallimento della compagnia, che
ricordiamo essere strategica per l’economia del
Paese e in particolare per le nostre isole maggiori
e minori e consegnarla così, senza condizioni e in
cambio forse di qualche spicciolo, a quanti hanno
interesse, non al suo rilancio, ma al contrario alla
sua definitiva scomparsa», continua il sindacalista.
«Sappia il governo, che solamente il senso di
responsabilità dei lavoratori della Tirrenia, della
Siremar e delle altre società regionali ha sinora
impedito, molto più degli iniqui e non più
accettabili vincoli, in relazione alla legge 146,
previsti dagli accordi in materia di
regolamentazione degli scioperi, comunque già da noi
formalmente disdettati, il fermo totale della flotta
pubblica, ma sappia anche che questo senso di
responsabilità non è illimitato e che se il loro
diritto al lavoro che in questo caso coincide
indiscutibilmente col diritto alla loro vita e a
quella delle loro famiglie dovesse venir meno, le
reazioni saranno di estrema ed inusitata durezza»
conclude Caronia.
03-01-2011
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