MARITTIMI
Tirrenia in
balìa degli squali privati
di: Matteo Mascia
Domani il personale
della compagnia di navigazione pubblica Tirrenia
incrocerà le braccia per tutta la giornata. In un
recente incontro presso il ministero del Lavoro non
è stato infatti raggiunto l’accordo sulla cassa
integrazione straordinaria per il personale
navigante e di terra. I marittimi impotenti stanno
assistendo all’ennesima grande svendita del
patrimonio statale.
Un asset di navi e strutture da offrire al miglior
offerente, come se il naviglio o il cabotaggio
fossero normali settori economici. Così non è. La
tutela del comparto dovrebbe essere infatti
direttamente proporzionale all’attenzione che si
desidera prestare al trasporto via mare – domestico
ed internazionale – di persone e merci. Un’attività
piuttosto importante per un paese con due grandi
isole al centro del Mediterraneo e con diverse isole
minori. Terre popolate da milioni di persone i cui
diritti di mobilità rischiano di essere spazzati via
dall’apertura definitiva al libero mercato. Una
“innovazione” imposta da direttive e regolamenti
dell’Unione europea che non può più essere
rimandata. I tecnocrati di Bruxelles hanno infatti
paventato di utilizzare come una clava lo strumento
delle tanto temute sanzioni. Nonostante le minacce
l’Esecutivo sembra intenzionato a gestire la
faccenda come una normale liquidazione. Proprio per
questo motivo tutti i sindacati hanno chiesto a
Palazzo Chigi di riaprire il tavolo sulla
privatizzazione del vettore. Una preghiera che fino
a questo momento è rimasta inascoltata. Intanto gli
incontri per tentare di salvaguardare i livelli
occupazionali si sono popolati di espressioni
piuttosto pericolose per il loro esito. Si è
iniziato a parlare di “tratte non remunerative”. Con
questa motivazione il commissario straordinario
Giancarlo D’Andrea ha giustificato la soppressione
della linea Bari-Durazzo. Rotta fondamentale per i
collegamenti con l’Albania, l’area balcanica e la
Grecia.
La stessa sorte potrebbe toccare alla linea
Olbia-Genova, interrotta da qualche giorno. La
direzione della compagnia ha rassicurato che la
tratta sarà riattivata e che il servizio di
prenotazione sarà operativo nell’arco della
settimana. Parole che hanno comunque messo in stato
d’allerta la Giunta regionale sarda. Il governatore
Ugo Cappellacci ha infatti dichiarato che “sulla
continuità territoriale, sul diritto alla
circolazione dei sardi non faremo sconti a nessuno”.
Ed è proprio sul concetto di continuità territoriale
che si consumerà lo scontro tra Esecutivo nazionale
e Regione Sardegna, che intanto ha messo sul tavolo
un milione di euro per l’acquisto di una quota delle
azioni Tirrenia. Operazione che potrebbe essere
condotta con la formula della partecipazione in
associazione temporanea di imprese. Il deputato
sardo del Pdl Mauro Pili ha preso carta e penna per
denunciare ai Ministri dei Trasporti e dello
Sviluppo Economico il lassismo di Tirrenia e il vero
e proprio sacco che si sta mettendo in atto da parte
delle altre compagnie private. “La Sardegna – ha
sottolineato il giornalista eletto nelle liste del
Pdl – non può essere affidata all’atteggiamento
irresponsabile di chi pensa che l’isola sia una meta
turistica da spremere nel periodo estivo e poi da
abbandonare negli altri periodi dell’anno. Tutto
questo è inaccettabile e il governo si deve fare
garante di tutelare il sacrosanto principio al
diritto di movimento di merci e persone a pari
condizioni in tutto il Paese”. Frasi che fotografano
perfettamente la situazione. I vettori operanti sul
libero mercato avrebbero infatti interesse a
navigare sulle rotte da e per la Sardegna solo
quando queste sono in grado di garantire guadagni
certi. Secondo i devoti della “mano invisibile” di
smithiana memoria, i sardi e gli abitanti delle
isole minori italiane dovrebbero essere abbandonati
al proprio destino durante i mesi invernali.Una
formula inaccettabile che non può funzionare. Sempre
Pili ha poi denunciato l‘ennesimo esempio di
federalismo a geometria variabile, modello
ultimamente molto in voga nelle stanze del Tesoro.
“Nel 2006 – ha ricordato il deputato – una norma
scandalosa aveva tentato di attribuire alla Regione
la competenza sulla continuità territoriale mentre
il servizio pubblico di trasporto marittimo è
riconducibile alla esclusiva competenza statale”.
Tra uno scaricabarile e l’altro i grandi gruppi
privati continuano a sfregarsi le mani. Un lauto
pasto a prezzi modici sta per essere servito.
www.rinascita.eu
13-01-2011
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