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I 300 esuberi di Torre del Greco

I lavoratori Tirrenia a Napolitano: Non permetta esuberi
Occupata la sede della compagnia di navigazione a Napoli. La Filt Cgil: Scellerato accordarsi sulla cassa integrazione a due mesi dalla privatizzazione di Alessandro Di Rienzo
Occupata la sede napoletana di Tirrenia. I lavoratori della Filt Cgil denunciano lo scellerato ricorso alla cassa integrazione che, a due mesi dalla privatizzazione, spalancherebbe la porta ai licenziamenti. A rischio un comparto lavorativo di tradizione nel meridione d'Italia e in Campania in particolare. «Nel 1959 un giovane deputato del Pci, Giorgio Napolitano, mediò dopo un mese di sciopero che chiedeva parità contrattuale e salariale. Chiediamo nuovamente a Napolitano di intervenire oggi. Il Presidente della Repubblica conosce i lavoratori marittimi».La sede napoletana della Tirrenia è occupata da questa mattina. Diversi striscioni sono calati dalla sede storica di Rione Sirignano. “Offresi a governo stranieri 300 marittimi di Torre del Grego pronti a cambiare bandiera” recita la prima di uno striscione. “Presidente Napolitano facciamo rispettare la Costituzione. Aiutaci”, recita la seconda parte. «Siamo oramai a meno di due mesi dal termine ultimo del processo di privatizzazione», spiega Emuanele Fernicola della Filt Cgil. «La situazione sta precipitando perché il governo non apre un tavolo complessivo sulla vertenza». Anche questa vertenza registra la spaccatura del sindacato. «Si sta procedendo all'accordo separato, gli altri sindacati hanno aperto alla procedura di cassa integrazione per i lavoratori. Questo noi non lo accettiamo perché ad appena due mesi dalla privatizzazione riteniamo che introdurre la cassa integrazione straordinaria vuol dire accettare il licenziamento per il numero inquadrato dalla cassa integrazione» spiega Fernicola. «Dire che circa 170 lavoratori possono andare in cassa integrazione straordinaria vuol dire che l'armatore che subentrerà dichiarerà questi come esuberi. È il gioco capzioso di ridurre il personale prima dell'entrata del privato». I lavoratori se la prendono anche con il commissario straordinario individuato dal Governo nella fase transitoria che dovrà portare alla privatizzazioen: «L'amministratore straordinario porta avanti la stessa linea aziendale e fallimentare di Franco Pecorini, ovvero si persevera nella gestione fallimentare perpetuata da 25 anni che ha portato l'azienda a 600 milioni di debito e quindi al fallimento».Un dramma occupazionale, un dramma meridionale Tirrenia, trentacinquemila lavoratori in tutto il Paese. La stragrande maggioranza al sud e in Campania. «I numeri della cassa integrazione parlano di turni per 170 lavoratori su un totale 722 unità. Ciò che è grave, al di là della dinamica degli esuberi, è l'organizzazione della cassa integrazione che introduce una guerra tra poveri», continua Fernicola. «Per come è costruita l'azienda, con turni separati, si avrà lo smantellamento dell'organizzazione aziendale e la rivalità tra i lavoratori. Questo intorbiderà le acque e non sarà un semplice passaggio al privato».Torre del Greco 1959, Napolitano intervenga di nuovo “1959 : 2009 la lotta continua” recita uno striscione. Il riferimento è al mese di sciopero che caratterizzò la storia dei marittimi in Italia. «L'appello a Napolitano che leggiamo sugli striscione dei lavoratori è riferito all' intervento autorevole dell'allora giovane deputato che mediò su uno scioero di 30 giorni che coinvolse tutti i marittimi italiani per rivendicare parità di trattamento salariale e contrattuale. Allora avemmo una rivolta a Torre del Greco. I lavoratori chiedono al presidnete di intervenire un'altra volta», spiega Fernicola. «La situazione dei marittimi sta peggiorando. La globalizzazione toglie posti di lavoro ai comunitari ridistribuendoli su scala planetaria. Un processo incontrovertibile ma se non vogliamo una crisi di disoccupazione profonda sui nostri territori va posto un argine» continua il sindacalista. «Napolitano conosce il mondo marittimo».www.agenziami.it

07-02-2011                      
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