La Federmar-Cisal sta prendendo in esame la costituzione di una società formata dai lavoratori della Tirrenia per la gestione della flotta impiegata dalla stessa nel servizio di collegamento tra il Continente e la Sardegna.
L’iniziativa avrebbe lo scopo di coinvolgere anche economicamente i lavoratori nel mantenimento del loro posto di lavoro: infatti, la misera speculazione alla quale si assiste nella vendita della Tirrenia non lascia presagire nulla di buono anche perché ormai appare evidente che alla cordata degli armatori privati (Aponte, Grimaldi e Onorato) non interessa tanto l’acquisizione del ramo d’azienda “Cabotaggio” quanto che la Tirrenia stessa scompaia. Misera speculazione perché soltanto gli sprovveduti possono bere la favola che un progetto basato sulla continuità territoriale della Sardegna, per di più coperto da sovvenzioni, possa naufragare perché la Regione fa concorrenza con due navi prese a noleggio.
Il tira e molla della cordata imprenditoriale con il più che prevedibile ritiro dell’offerta d’acquisto preannuncia a chiare lettere il paventato fallimento della Tirrenia all’inizio del prossimo anno, gettando in tal modo sulla strada quasi duemila lavoratori con le loro famiglie.
La proposta allo studio della Federmar-Cisal è meno peregrina di quanto si possa pensare poiché sul piano dei finanziamenti si articolerebbe sul medesimo metodo adottato dalla CIN: pagare l’acquisizione e la gestione della flotta con i soldi sicuri delle sovvenzioni