Il traghetto "Bithia" della
flotta Tirrenia
MILANO - Il presidente di
Moby, Vincenzo Onorato, alza
nuovamente la voce contro
Clessidra con un'inserzione
a pagamento pubblicata a
tutta pagina ieri su "Il
Corriere della Sera", dopo
il botta e risposta di fine
Settembre sviluppatosi per
le stesse vie.
Tema del contendere resta la
contrapposizione su Moby e
Tirrenia, in corso ormai da
mesi tra i due azionisti.
Onorato chiarisce ora di
lamentare nella vicenda «la
mancata attuazione delle
comunque previste sinergie»
tra le due compagnie di
navigazione, e non tanto la
mancata fusione tra le due
società.
Al suo turno, Clessidra
aveva sottolineato che la
mancata unione era dovuta a
provvedimento
dell'Antitrust, che ha
chiesto l'esercizio dei
servizi di trasporto
marittimo in regime di
separazione societaria.
Tra i vari punti affrontati
da Onorato viene ricordato
un passaggio del comunicato
di Clessidra del 30
Settembre in cui afferma di
rispettare «gli accordi
conclusi i quali prevedono,
proprio per l'ipotesi di
mancata attuazione della
fusione tra Moby spa e
Tirrenia, le condizioni alle
quali può avvenire la
liquidazione nel tempo
dell'investimento in
Tirrenia, per massimizzare
il valore nell'interesse di
tutti i soci». La
liquidazione
dell'investimento «non "nel
tempo" ma a soli due anni
dalla sua creazione», però,
afferma l'armatore della
Moby, «significherebbe
massimizzare l'investimento
non "di tutti i soci" come
Clessidra tenta di far
credere, bensì soltanto di
quest'ultima».
I principali soci di
Tirrenia, discutono ormai
dal 2011, subito dopo la
privatizzazione della
compagnia. Da fine
Settembre, come detto, la
discussione prosegue con
l'acquisto di pagine di
quotidiani da parte di
Onorato, per spiegare le sue
ragioni, alle quali finora
Clessidra ha risposto con
comunicati stampa.
I disaccordi si sono
accentuati un anno fa quando
l'Antitrust non ha dato il
via libera alla fusione tra
la società privata Moby e
Tirrenia, destinataria di 70
milioni l'anno in base alla
convenzione con lo Stato.
Così è diventato più
difficile per l'armatore
campano trovare sinergie con
la Moby, compagnia dei
traghetti che detiene una
quota di Tirrenia.
Clessidra ha attivato
l'opzione prevista
nell'accordo, di vendere a
Onorato, ma lui non ha
ricomprato le quote. Così il
fondo ha esercitato l'altra
opzione: vendere il 100% di
Tirrenia a terzi. Uno
schiaffo per Onorato. Un
diritto secondo Claudio
Sposito, presidente e
amministratore delegato di
Clessidra, il maggior fondo
di private equity
focalizzato sull'Italia, che
a maggio ha attivato
l'arbitrato.
Risultato, questa "rissa"
approdata sui giornali.