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Onorato alza ancora la voce contro Clessidra

Tirrenia Bithia 08-10-14 A1

Il traghetto "Bithia" della flotta Tirrenia

MILANO - Il presidente di Moby, Vincenzo Onorato, alza nuovamente la voce contro Clessidra con un'inserzione a pagamento pubblicata a tutta pagina ieri su "Il Corriere della Sera", dopo il botta e risposta di fine Settembre sviluppatosi per le stesse vie.
Tema del contendere resta la contrapposizione su Moby e Tirrenia, in corso ormai da mesi tra i due azionisti. Onorato chiarisce ora di lamentare nella vicenda «la mancata attuazione delle comunque previste sinergie» tra le due compagnie di navigazione, e non tanto la mancata fusione tra le due società.
Al suo turno, Clessidra aveva sottolineato che la mancata unione era dovuta a provvedimento dell'Antitrust, che ha chiesto l'esercizio dei servizi di trasporto marittimo in regime di separazione societaria.
Tra i vari punti affrontati da Onorato viene ricordato un passaggio del comunicato di Clessidra del 30 Settembre in cui afferma di rispettare «gli accordi conclusi i quali prevedono, proprio per l'ipotesi di mancata attuazione della fusione tra Moby spa e Tirrenia, le condizioni alle quali può avvenire la liquidazione nel tempo dell'investimento in Tirrenia, per massimizzare il valore nell'interesse di tutti i soci». La liquidazione dell'investimento «non "nel tempo" ma a soli due anni dalla sua creazione», però, afferma l'armatore della Moby, «significherebbe massimizzare l'investimento non "di tutti i soci" come Clessidra tenta di far credere, bensì soltanto di quest'ultima».
I principali soci di Tirrenia, discutono ormai dal 2011, subito dopo la privatizzazione della compagnia. Da fine Settembre, come detto, la discussione prosegue con l'acquisto di pagine di quotidiani da parte di Onorato, per spiegare le sue ragioni, alle quali finora Clessidra ha risposto con comunicati stampa.
I disaccordi si sono accentuati un anno fa quando l'Antitrust non ha dato il via libera alla fusione tra la società privata Moby e Tirrenia, destinataria di 70 milioni l'anno in base alla convenzione con lo Stato. Così è diventato più difficile per l'armatore campano trovare sinergie con la Moby, compagnia dei traghetti che detiene una quota di Tirrenia.
Clessidra ha attivato l'opzione prevista nell'accordo, di vendere a Onorato, ma lui non ha ricomprato le quote. Così il fondo ha esercitato l'altra opzione: vendere il 100% di Tirrenia a terzi. Uno schiaffo per Onorato. Un diritto secondo Claudio Sposito, presidente e amministratore delegato di Clessidra, il maggior fondo di private equity focalizzato sull'Italia, che a maggio ha attivato l'arbitrato.
Risultato, questa "rissa" approdata sui giornali.

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