COMUNICATO
STAMPA
FANTAPPIE’ (Uilt):
Tirrenia-Cin/ Moby Lines - "Il
Governo, l’Antitrust e il Parlamento
non sfuggano alle loro
responsabilità".
Così in una nota il Segretario
nazionale della Uiltrasporti Paolo
Fantappiè ha dichiarato "Basterebbe
far ricorso alla memoria o
andare a spulciare tra i
nostri comunicati stampa, quasi
giornalieri, degli anni
immediatamente
antecedenti alla scellerata
scelta operata dal Governo
dell’epoca di privatizzare il
Gruppo Tirrenia, per risentire
riecheggiare o per rileggere il
termine 'spezzatino' da noi usato in
quella occasione con sistematica e
ossessiva ricorrenza, per
spiegare cosa sarebbe accaduto al
raggruppamento cabotiero più
importante d’Europa e quanto
sarebbero state diverse tra
loro le condizioni contrattuali,
salariali, gli sviluppi di carriera
e la stabilità occupazionale
dei suoi lavoratori a
privatizzazione avvenuta.
Se cosi facessimo, riscopriremmo che
anche in quella occasione ci siamo
ritrovati da soli a
contrastare una operazione
sbagliata e dannosa per i
lavoratori e per il Paese e
che arrivammo addirittura a
proclamare in assoluta
solitudine uno sciopero
in pieno agosto sfidando la
precettazione che il Governo
aveva deciso di notificarci e
che è stato costretto a rimangiarsi
per la nostra determinazione a
non desistere se ciò fosse
effettivamente avvenuto.
Oggi guardando a Laziomar, Caremar
Siremar. Saremar, Toremar e
Tirrenia e alla diversa sorte
toccata a ognuna di queste società
possiamo tristemente dire che
avevamo previsto quanto sarebbe
accaduto e possiamo, con orgoglio
rivendicare di aver da soloi
combattuto strenuamente per
scongiurare che ciò avvenisse. . Ma
purtroppo il famoso 'spezzatino' è
ormai una penosa realtà di cui non
ci resta che prendere atto.
La sorte migliore è sicuramente
toccata alla capofila Tirrenia che
ha mantenuto pressoché invariate le
condizioni dei lavoratori, in molti
casi le ha anche migliorate,
ed ha sempre , a differenza di
altre società,
assicurato loro, con estrema
puntualità, il sudato salario.
Per una ricognizione sulla
sorte delle le società
regionali, cosiddette minori,
è preferibile ricorrere alla lettura
di quanto i giornali riportano quasi
ogni giorno circa i loro
travagli e le loro difficoltà
o alla non facile lettura delle
sentenze dei Tar e del Consiglio di
Stato per apprendere e comprendere
quanto la pasticciata
privatizzazione sia stata
disastrosa per i lavoratori e per
gli utenti.
Sono ormai molte settimane che,
anche in questo caso ,quasi
giornalmente e ancora una volta da
soli, continuiamo a richiedere un
intervento del Governo, dell’
Autorità Garante della Concorrenza e
del Mercato e del Parlamento
affinché si blocchi sul nascere
un’altra tragedia annunciata : un
dannoso e inaccettabile monopolio
che “de facto” non “de iure”
si verrebbe a realizzare col
controllo in uniche mani delle due
maggiori e sinora concorrenti
compagnie cabotiere di
navigazione: La Tirrenia – Cin
(miracolosamente scampata al
precedente disastro) e la Moby
Lines.
Abbiamo sinora sprecato risme di
carta e fiumi di parole per
argomentate analiticamente quali
sarebbero le devastanti conseguenze,
per il mercato,per le tariffe, per
la frequenza e la qualità dei
servizi, ma soprattutto per i
lavoratori che vedrebbero
compromessi i loro livelli
occupazionali, salariali e
contrattuali.
Per questa ragione abbiamo in
premessa, voluto ricordare quanto è
accaduto in passato a causa
della scellerata operazione di
privatizzazione della flotta
pubblica. Non allo scopo di
poter affermare che noi lo avevamo
detto e che i fatti ci hanno dato
ragione, ma per invitare tutti
i lavoratori a richiedere con
fermezza alle organizzazioni
sindacali cui ognuno singolarmente
aderisce , di non continuare a far
finta che il problema non esiste
solamente perché è stato sollevato
da altri, e di volersi finalmente
responsabilmente occupare della
questione, non per affiancarci
tout –court, , ma per tutti
assieme costringere il Governo,
l’Antitrust, il Parlamento ad
aprire un confronto con tutti i
soggetti interessati allo scopo di
far piena luce sull’operazione,
considerato peraltro che ci sono in
giuoco 72 milioni di Euro di
sovvenzioni pubbliche
corrisposte dallo Stato per
garantire la continuità".
Roma, 18
febbraio 2015
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