COMUNICATO
STAMPA
TARLAZZI
(UILT): Tirrenia-Cin/Moby-Lines
"Richiesto intervento all'antitrust
italiano ed europeo e altrettanto
sarà fatto all'autorità anti
corruzione. E' nostro diritto-dovere
tutelare gli utenti, le lavoratrici
e i lavoratori!
"C'è una netta
distinzione tra l'obiettivo
strategico imprenditoriale che punta
ad affermare l'iniziativa privata e
il nostro giudizio che, come
Uiltrasporti, è interessato al buon
funzionamento del sistema, alla
efficienza, efficacia ed economicità
del servizio a garanzia dei diritti
dell'utenza, alla salvaguardia
dell'occupazione e dei diritti delle
lavoratrici e dei lavoratori.
Per queste
ragioni, nonostante i tentativi di
intimorirci, continueremo ad
esercitare il nostro diritto-dovere
mettendo in discussione soluzioni
che ci pare sacrifichino gli
obiettivi che sono al centro della
nostra iniziativa.
Continueremo,
pertanto, a denunciare una
operazione che realizzerebbe il
totale controllo in uniche mani
delle due più grandi compagnie di
navigazione, Tirrenia- Cin (che
percepisce fondi pubblici per 72
milioni di euro l’anno per
assicurare la continuità
territoriale) e la Moby-Lines,
compagnie queste, che collegano le
nostre Isole maggiori e la Sardegna
in particolare.
Infatti, se
questo progetto si dovesse
malauguratamente concretizzare, si
verrebbe di fatto a determinare una
condizione di dannoso monopolio con
le intuibili ripercussioni negative
per le popolazioni interessate, per
l'utenza tutta e in particolare per
i lavoratori delle due aziende che
pagherebbero il prezzo
delle preannunciate “sinergie di
rotte e costi” (contrazione di
servizi al fine di recuperare venti
milioni di Euro per l’anno 2015)
che altro non significa, meno corse
e meno posti di lavoro.
Per parte
nostra, abbiamo inviato la richiesta
di intervento dell'Antitrust
italiano ed europeo e invieremo il
tutto anche all'autorità anti
corruzione. Rimaniamo comunque in
attesa di un incontro già chiesto al
governo affinché ci venga chiarito,
in modo trasparente, come possa
essere possibile oggi ciò che
l'antitrust italiano ed europeo in
passato hanno ritenuto di dover
bloccare.
Potremo così
essere tutti più
'sereni' (meglio più tranquilli) e
si metterebbe, forse, anche fine a
tutte le indebite 'pressioni'
esercitate nei nostri confronti per
farci rinunciare a svolgere, come
sempre abbiamo fatto, con coscienza
e costrutto il nostro lavoro".
Roma, 26
febbraio 2015
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