31-12-2019

ATTUALITA’, Continuità territoriale e lavoratori Cin–Tirrenia: E’ davvero scampato pericolo?

Sembra destinata a una soluzione positiva la vertenza dei lavoratori Cin – Tirrenia. Un vera e propria folata di ossigeno è arrivata infatti nei giorni scorsi dall’incontro tra le rappresentanze sindacali e il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, che ha garantito l’impegno del governo a difesa dei tanti posti di lavoro messi a repentaglio dall’ormai prossima scadenza del contratto ministeriale per la continuità territoriale.

Una scadenza che al suo approssimarsi aveva fatto emergere le intenzioni del gruppo Cin – Tirrenia di dare il via a un poderoso progetto di riorganizzazione aziendale con la conseguente chiusura delle sedi di Napoli e Cagliari e il trasferimento di tutto il personale nelle sedi di Portoferraio, Livorno e Milano. Un progetto osteggiato con forza dai lavoratori e su cui ora le organizzazioni sindacali, insieme al sostegno dell’esecutivo, sperano di incassare al più presto il dietrofront della compagnia di navigazione di Vincenzo Onorato sull’annuncio di voler procedere in tempi stretti alla chiusura delle storiche sedi Tirrenia di Napoli e Cagliari.

Stando alle dichiarazioni dei partecipanti, dal tavolo governo – sindacati sembrano essere emersi elementi di chiarezza sulla prossima gara d’appalto per i servizi in continuità territoriale prevista per l’inizio del 2020. Una gara che adesso potrà svolgersi con la garanzia della salvaguardia del posto di lavoro per tutto il personale oggi impiegato nella stessa mansione: una garanzia assicurata dalla cosiddetta clausola sociale, la disposizione di legge con cui s’impone a un datore di lavoro il rispetto di determinati standard di protezione sociale e del lavoro come condizione per svolgere un’attività economica in appalto o in concessione, ovviamente a parità di risorse economiche impiegate.

Un argomento, quello della clausola sociale, che non ha convinto tanti operatori esperti e organizzazioni del comparto come l’associazione Marittimi per il futuro di Torre del Greco, sigla che raggruppa oltre tremila marittimi, che ha espresso all’indomani del tavolo governo – sindacati un corposo elenco di perplessità e di dubbi pubblicando alcune regole della nuova convenzione, a cominciare proprio da quelle sulla clausola sociale per il personale. Queste regole appaiono in netto contrasto con il clima di ottimismo diffuso a margine dell’incontro con l’esecutivo, e che sono da inquadrare in un settore, quello marittimo, costituito nella quasi totalità dei casi da un mercato del lavoro caratterizzato da una percentuale altissima di contratti a tempo determinato o addirittura per singolo viaggio, per non parlare dell’organizzazione aziendale di tante imprese, a dir poco ostativa di un’eventuale applicazione di qualsiasi clausola di salvaguardia dei posti di lavoro.

A ogni buon conto, poiché i tempi della nuova assegnazione dei medesimi servizi non sono compatibili con l’ormai vicinissima scadenza, appare ormai certo che si andrà a una proroga tecnica dell’attuale contratto fino all’aggiudicazione definitiva del nuovo servizio.

Nicola Silenti

(ilsarrabus.news)

 

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