Diritto al voto. Ma per i marittimi è sempre cosi difficile

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La frase “il voto è un diritto e anche un dovere”, viene detta sempre più spesso prima di qualunque tipo di elezione. Il motivo è semplice, in Italia esiste il partito dell’astensionismo e per noi italiani alle urne è sempre molto forte.

Sappiamo bene tutti, che è importante essere presenti agli appuntamenti elettorali, la politica è importante all’interno della nostra Nazione è fondamentale, ed è proprio per questo motivo che non dovremmo mancare.

Per chi  crede in qualcosa, in un mondo migliore, solo politica ci può aiutare a farlo e tutto questo si ottiene, solo esprimendo il proprio voto

Adesso vediamo che cosa dice la Costituzione con l’ “Art. 48. Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge
.”

Eppure in tutto questo c’e’ una falla, che ad oggi, anno 2019, non si riesce a  risolvere.

Molti i lavoratori marittimi a bordo di navi con regolare contratto di lavoro, in navigazione in acque internazionali, territoriali straniere o all’attracco in porti esteri, che si trovino in condizioni di impossibilità all’esercito del diritto di voto, nonostante i mezzi battenti bandiera italiana risultino a tutti gli effetti territorio italiano secondo il codice di navigazione.

Ora si è sempre detto che in occasione dello svolgimento delle elezioni politiche, i naviganti  fuori residenza per motivi d’imbarco sono ammessi a votare, previa esibizione della tessera elettorale, in qualsiasi sezione del Comune in cui si trovano.

Ecco sembra una procedura semplice, ma se andiamo nel dettaglio le procedure risultano cosi farraginose, che rendono molto difficile ed oneroso l’esercizio concreto di tale diritto.

Per farla breve pubblichiamo alcuni commenti dei marittimi che hanno espresso il loro voto e si trovavano in Italia ma fuori dalla loro residenza

Marittimo n°1 “Ad Olbia, per  votare bisognava andare prima in Capitaneria,poi in via Garibaldi, alle spalle del comune di Olbia, dove ti consegnavano l'autorizzazione per andare al seggio elettorale, distanza 2 km, poi da qui bisognava andare a via Nanni ,al seggio elettorale, distanza 1 km, poi far ritorno all'isola bianca altri 2km, il tutto rigorosamente a piedi, visto che è domenica, e sotto una pioggia incessante.  Risultato ,quelle otto persone che avevano espresso la volontà di votare gli è passata.  Dico io non era più semplice che il Comune consegnava le autorizzazioni alla Capitaneria?

Marittimo n°2  Io ho votato adesso a Genova ..se siamo 4 forse anche troppo..i marittimi se ne fregano. .cosa vogliamo ottenere ..anche se ho finito il mio servizo a bordo dopo 10ore di guardia.. sono andato a finire in Corso Torino, lontanissima dal porto...Dovrebbero semplificare le cose...molti si scocciano di tutti questi iter burocratici..

Marittimo n°3   Si parla tanto di snellire la burocrazia ma sembra che tutto rimanga dove sia,il bello è che il giorno dopo escono le percentuali di astenuti, ovviamente le città con maggior numero di marittimi sono le più alte, ma nessun partito si pone la domanda...Perché?
Come giustamente sia gli immigrati hanno diritto al voto, i marittimi NO, probabilmente i marittimi rompono le"uova" minacciano un cambio del voto.
Bisogna trovare la risposta a questo problema

Si spera che si possa trovare una soluzione diversa che consenti ai tanti lavoratori marittimi di poter esercitare il loro diritto di voto, le procedure rendono impossibile tale svolgimento, si ricorda che i mezzi battenti bandiera italiana risultino a tutti gli effetti territorio italiano secondo il codice di navigazione.

 

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