19-04-2020

ESPO e FEPORT dicono no alla proposta della Commissione UE di designare alcuni porti dove effettuare i cambi degli equipaggi delle navi

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Si rischierebbe - sottolineano - di creare ulteriori problemi ad una catena degli approvvigionamenti che è già sotto pressione
L'associazione dei porti europei e la federazione dei terminalisti portuali europei privati dicono no alla proposta rivolta alle nazioni dell'UE dalla Commissione Europea di individuare specifici porti in cui poter effettuare in sicurezza i cambi degli equipaggi delle navi in questo momento di emergenza sanitaria per la pandemia di coronavirus (  del 9 aprile 2020).
L'European Sea Ports Organisation (ESPO) e la Federation of European Private Port Companies and Terminals (FEPORT) hanno evidenziato, come già in precedenza avevano fatto i loro rappresentanti, la necessità di provvedere con urgenza a che si possa effettuare la sostituzione degli equipaggi necessaria per consentire una corretta e sicura attività di trasporto marittimo di merci che sono essenziali in questa fase di crisi e, a tal proposito, hanno specificato di accogliere con favore la proposta della stessa Commissione UE di istituire corsie preferenziali affinché i lavoratori del settore dei trasporti possano attraversare i confini nazionali senza inutili rallentamenti e ostacoli (  del 16 marzo 2020).
Però ESPO e FEPORT sono contrarie alla proposta di designare porti idonei al cambio degli equipaggi per ragioni essenzialmente tecniche. Le due organizzazioni hanno spiegato che gli scali delle navi nei porti sono pianificati nell'ambito di una catena logistica complessa e in considerazione delle esigenze di distribuzione delle merci sui territori serviti dai porti. Ad esempio - hanno chiarito ESPO e FEPORT - non è possibile e neppure auspicabile che una nave mineraliera, solo per poter effettuare il cambio dell'equipaggio, venga reindirizzata verso un porto specificamente attrezzato per l'approdo di traghetti. Inoltre hanno spiegato che tutti i porti, in questa fase di flessione dei traffici marittimi, dovranno permettere alle navi non utilizzate di poter sostare all'ormeggio in banchina, fermo che di per sé comporta automaticamente la necessità di poter sbarcare e imbarcare l'equipaggio.
Sottolineando che «oggi tutti i porti europei stanno davvero facendo del loro meglio per continuare ad essere operativi e a continuare a svolgere il loro ruolo di nodi primari nella catena degli approvvigionamenti e per continuare anche ad essere motori di crescita per le loro regioni», Isabelle Ryckbost, segretario generale dell'ESPO, ha osservato che «una selezione gerarchica di alcuni porti atti al cambio degli equipaggi potrebbe comportare gravi ripercussioni su alcuni porti e su alcune attività portuali e causare senza motivo l'interruzione di una supply chain che è già sotto pressione. Se in una nazione i cambi di equipaggio e il loro trasferimento può essere facilitato da e per un porto - ha rilevato Ryckbost - possono essere facilitati in tutti i porti. Questo problema dovrebbe essere risolto nel più breve tempo possibile, ma non portare ad una riorganizzazione gerarchica dei porti di scalo in Europa. Il concetto di corsie preferenziali, assieme ad una migliore coordinazione tra gli Stati membri - ha evidenziato - costituisce la soluzione più efficace».
«Riteniamo - ha concordato il segretario generale di FEPORT, Lamia Kerdjoudj-Belkaid - che un'iniziativa come quella delle corsie preferenziali sia sicuramente utile e sostenga i nostri sforzi, ma avremmo preferito che la Commissione Europea avesse sollecitato gli Stati membri a facilitare i cambi degli equipaggi in qualsiasi porto, laddove possibile».

http://www.informare.it/news/gennews/2020/20200575-ESPO-FEPORT-dicono-no-designare-porti-cambio-equipaggi.asp

 

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