07-08-2020
CI SARA’ UN GIORNO IN CUI UN MINISTRO PIANGERA’ PER I MARITTIMI?
di P. Fantappiè (Uiltrasporti)
Abbiamo visto di tutto dalla politica e dal mondo istituzionale. Le lacrime della dott.ssa Fornero sono ancora impresse nelle nostre menti quando durante una conferenza stampa nel 2012, difronte ai sacrifici dei lavoratori italiani rispetto ad una riforma previdenziale da lei prospettata, si mise a piangere, evidenziando la difficoltà nel prendere una decisione cosi importante. In maniera analoga l’attuale Ministra delle politiche agricole ed alimentari, la signora Bellanova, sempre durante una conferenza stampa, si commosse nel parlare di un provvedimento legislativo che avrebbe reso legali molti extracomunitari impiegati nei campi per la raccolta di frutta ed ortaggi. In entrambe le situazioni, personaggi di spicco del mondo istituzionale hanno messo a nudo dei loro sentimenti personali su scelte politiche difficili: da una parte dover far lavorare di più molti lavoratori, spostando in avanti di alcuni anni la loro data di pensionamento e dall’altro realizzare una maggior tutela per dei lavoratori extracomunitari sfruttati da personaggi senza scrupoli. Situazioni diverse, ma comportamenti simili che denotano, al di là delle critiche che hanno ricevuto da una parte importante dell’opinione pubblica, una sensibilità ed una difficoltà nel prendere delle decisioni nei confronti dei lavoratori. Insomma, i lavoratori sia italiani che extracomunitari all’attenzione del Governo anche se le scelte erano diametralmente opposte: quella della Bellanova a tutela dei lavoratori mentre quella della Fornero dettata da pressioni ricevute dall’Unione Europea e quindi legate ad un tema più complesso come quello relativo alla riforma delle pensioni, più volte contestata dalla UIL nel corso di quegli anni e tutt’ora oggetto di varie proposte di riforma presentate sempre dalla nostra organizzazione sindacale. Ora la domanda sorge spontanea: ci sarà un giorno in cui un ministro piangerà per i marittimi? La loro condizione attuale è forse la peggiore rispetto a ciò che sta vivendo un qualsiasi altro lavoratore. Le navi ferme per l’emergenza Covid 19, in particolare quelle passeggeri e quelle che operano nel settore crociere, hanno visto lo sbarco della maggior parte dell’equipaggio che si è trovato senza stipendio e senza ammortizzatori sociali.
Ricordiamo che il settore marittimo ha un fondo di solidarietà per la copertura salariale di coloro che sono senza imbarco e quindi senza lavoro per crisi aziendale, a cui può accedere esclusivamente il marittimo “in costanza di rapporto di lavoro”. Sappiamo anche che solo una parte residuale dei marittimi si trova nelle condizioni sopra virgolettate, mentre la stragrande maggioranza si colloca con un rapporto lavorativo precario e non stabile. Il settore marittimo vede anche un contratto collettivo di lavoro scaduto due anni e mezzo fa e quindi dei salari fermi a diversi anni indietro che non permettono una capacità di spesa coerente con le dinamiche del costo della vita attuale. I marittimi che non sono riusciti a sbarcare perché bloccati in porti esteri a causa dell’emergenza sanitaria, hanno dovuto prolungare il proprio imbarco anche di alcuni mesi, con tutti i riflessi negativi legati allo stress ed alla salute personale, senza potersi riposare. Al contrario i marittimi che dovevano avvicendare i colleghi ed imbarcarsi in porti esteri, non sono stati in grado di poterlo fare e quindi si sono trovati senza stipendio e senza coperture. Coloro che operavano sulle navi da crociera oltre ai problemi generati dallo sbarco improvviso o dal prolungato imbarco si troveranno a dover riprendere la propria attività lavorativa non prima del prossimo mese di gennaio 2021 dato che il settore crocieristico non vede, al momento, alcuna prospettiva di mercato prima di tale data. Se aggiungiamo la scarsissima considerazione del Governo in tema di aiuti e finanziamenti nei confronti del settore marittimo, riscontrabili dagli ultimi decreti legge in cui emerge chiaramente l’assenza di aiuti alle imprese armatoriali in una situazione di forte riduzione dei ricavi e con possibili riflessi negativi sul lavoro, si può facilmente capire come ci siano tutti gli elementi per ... poter piangere anche per i marittimi.
E’ chiaro che il nostro titolo è solo provocatorio, vorremmo solo più considerazione nei confronti di questo fondamentale settore che grazie al lavoro di tanti colleghi ci permette di avere nelle nostre case i vari beni e servizi indispensabili alla nostra vita quotidiana, oltre a permetterci i collegamenti con le principali isole del nostro territorio. Attendiamo fiduciosi che nella prossima legge di conversione dell’ultimo D.L., ci sia una risposta per il settore marittimo sia in termini di tutele che di lavoro e produzione. ◆
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