15-02-2020

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03530

Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 18  Seduta di annuncio: 302 del 11/02/2020

Firmatari Primo firmatario: DE LUCA PIERO Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 10/02/2020

 

Destinatari Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 10/02/2020

Stato iter: IN CORSO

Atto Camera  Interrogazione a risposta in commissione 5-03530 presentato da DE LUCA Piero testo di

Martedì 11 febbraio 2020, seduta n. 302

DE LUCA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

la Tirrenia di Navigazione è stata una società italiana di trasporti marittimi a controllo statale. Con le sue navi merci e passeggeri collegava diversi porti italiani e del Mar Mediterraneo, garantendo, inoltre, la continuità territoriale con le isole durante tutto l'arco dell'anno;

è stata acquisita dalla Compagnia italiana di navigazione il 19 luglio 2012, dopo un processo di privatizzazione iniziato nel 2008, che ha condotto alla nascita di Tirrenia – Compagnia Italiana di Navigazione (Cin);

la Tirrenia/CIN, controllata dall'armatore Moby, opera in regime di continuità territoriale con le maggiori isole italiane, assicurando il collegamento grazie a un contratto di servizio pubblico con lo Stato che vale oltre 72 milioni di euro annui;

tale contratto scadrà nel mese di luglio 2020 e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti procederà a individuare il futuro operatore attraverso una procedura di evidenza pubblica;

secondo le organizzazioni sindacali, la proprietà della Tirrenia/Cin starebbe portando avanti un preciso disegno di svuotamento dell'autonomia gestionale di Cin dislocando presso la sede di Milano della Moby i settori operativi della società e privando la città di Napoli del centro operativo/decisionale e della possibilità di essere volano di sviluppo per le imprese, soprattutto meridionali, che gravitano nell'indotto degli appalti per le manutenzioni e le forniture alle navi della flotta;

tale disegno parrebbe peraltro confermato dalla decisione aziendale di procedere all'immediata chiusura della sede napoletana di Tirrenia/Cin, con conseguente «trasferimento forzoso» dei 63 lavoratori da Napoli alle sedi di Milano, Livorno e Portoferraio, rappresentata dal management aziendale in occasione dell'incontro tenutosi presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali il 29 gennaio 2020, al fine di esperire il tentativo di conciliazione ex legge n. 146 del 1990 (chiusosi con esito negativo);

le organizzazioni sindacali, fortemente contrarie al processo di riorganizzazione aziendale, hanno già proclamato lo sciopero nazionale di tutti i lavoratori dipendenti di Tirrenia/CIN per il prossimo 13 marzo;

la prospettiva di chiusura definitiva della sede napoletana di Tirrenia/CIN rappresenterebbe un durissimo colpo al comparto marittimo non solo campano, ma dell'intero Mezzogiorno, atteso che privare la città di Napoli del centro operativo/amministrativo di Tirrenia/CIN avrebbe delle pesantissime ricadute occupazionali (non solo per quanti sono direttamente coinvolti dal piano di riorganizzazione aziendale, ma anche tutto l'indotto), in un territorio già fortemente colpito dalla crisi industriale e dalle decisioni di molte aziende di chiudere i propri stabilimenti in loco –:

se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto e se non ritenga opportuno convocare, con la massima urgenza, un tavolo di confronto al quale partecipino i vertici della Tirrenia/CIN, le istituzioni locali e le rappresentanze sindacali, affinché in tale sede si possa addivenire alla sospensione immediata della decisione di procedere alla chiusura della sede napoletana di Tirrenia/Cin e giungere alla condivisione di un nuovo piano di riorganizzazione aziendale che garantisca l'integrale mantenimento degli attuali livelli occupazionali della struttura partenopea.
(5-03530)

 

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