Genova - Massimo Cusatti, giudice per
l’udienza preliminare del tribunale di Genova, ha rinviato a
giudizio nove persone nell’ambito dell’inchiesta per l’incendio
divampato nella notte del 29 gennaio 2009 nella stiva del
traghetto Athara della Tirrenia, salpato dal capoluogo ligure e
diretto a Porto Torres con 124 passeggeri a bordo: sono il
comandante e il secondo ufficiale della nave, che devono rispondere
di concorso in incendio colposo e pericolo di naufragio, mentre i
legali rappresentanti di alcune ditte di autotrasporto devono
anche rispondere di falso ideologico per induzione. Il processo è
fissato al 17 gennaio davanti al giudice monocratico Pastorini.
L’indagine è stata coordinata dal
pubblico ministero Biagio Mazzeo: secondo l’accusa, il comandante
del traghetto e il secondo ufficiale non avrebbero adottato una
procedura sicura per rilevare la presenza di fumo nella stiva: le
fiamme furono così spente in ritardo, poiché la nave era già
distante alcune miglia dal porto. I legali rappresentanti di alcune
imprese di autotrasporto, accusati di incendio colposo e pericolo di
naufragio, dovranno anche rispondere di falso ideologico per
induzione per avere dichiarato falsamente la natura del carico
dei loro mezzi, definito genericamente come «collettame» e
rivelatosi, invece, merce altamente pericolosa e infiammabile, come
vernici, olio combustibile e solventi.
In un primo tempo, il comandante del traghetto e il
secondo ufficiale erano stati accusati di non aver adeguatamente
controllato i carichi imbarcati, ma da questa accusa sono stati
prosciolti, visto che nessun obbligo giuridico di controllo grava su
di loro in merito alla rispondenza tra quanto dichiarato dai
caricatori e le merci imbarcate.
L’incendio era nato
dall’avaria all’impianto elettrico nella refrigerazione di un
semirimorchio, e le fiamme si erano poi estese a 23
semirimorchi dei 28 che erano a bordo.