L'A.D. MORACE. NOI PUNTIAMO SULL'ISOL BIANCA. LA NAVE
AURELIA E' SOLO TEMPORANEA
OLBIA. Più che un manager dalle grandi capacità imprenditoriali alla
Tirrenia serve uno psicologo, un incantatore di masse che riesca a
far dimenticare ai sardi 70 anni di ordinario disservizio. Di
tormentato rapporto tra un’isola ostaggio del suo mare e i traghetti
bianchi e blu da sempre unico cordone di collegamento con il resto
del mondo. Un rapporto di odio e amore tra i sardi e il loro
traghettatore. E il nuovo amministratore delegato, Ettore Morace,
dimostra da subito di avere le doti giuste per lanciare la nuova
immagine della compagnia e lo fa con una
promessa
importante. «Noi non abbiamo abbandonato l’Isola Bianca –afferma –.
Al contrario per noi Olbia è strategica». Il nuovo volto della
compagnia deve cancellare il ricordo di avventurose traversate
lunghe un giorno su traghetti scomodi come diligenze che annaspavano
sul mare alla velocità di crociera di un bradipo. Il nuovo manager
ha accettato la sfida. Morace, l’ad di Tirrenia, si getta anima e
corpo nell’impresa complicatissima, deve grattare via dal dna dei
sardi il gene che porta alla diffidenza verso la compagnia.
Convincere tutti che esiste una Tirrenia 2.0, moderna, comoda ed
efficiente. Una start-up con oltre 70 anni di esperienza. Morace
subito ridimensiona il ritorno dell’Aurelia in banchina, scivolato
sulle banchine dell'Isola Bianca. Il traghetto con più di 30 anni di
servizio dovrà garantire il collegamento con Genova al posto del più
moderno e rapido Athara. Sostituzione vista con grande
preoccupazione in banchina, quasi come un segnale di disimpegno. «La
sostituzione sarà solo per una settimana – spiega –. Giusto il tempo
perché all'Athara, che ora è in rotta sulla Olbia-Genova, vengano
portati a termine dei lavori indispensabili di manutenzione. E
alcune migliorie che la renderanno più confortevole. Potevamo
interrompere il servizio. E forse la vecchia Tirrenia lo avrebbe
fatto, non si sarebbe curata dei disagi. Ma noi abbiamo fatto una
scelta differente. Abbiamo deciso che per una settimana, ricordo
sono appena tre viaggi, la tratta sarà comunque coperta dalla
Aurelia. Certo è un traghetto datato, ma delle “navi strada” è la
migliore, e il cambio avverrà solo per un periodo limitato. Una
settimana a febbraio. Preferiamo mantenere il servizio attivo. È
normale che questo avvenga. E posso già annunciare che anche altri
navi della flotta dovranno andare in bacino per brevi periodi per
manutenzione. E potranno essere sostituiti dall’Aurelia. Ma vorrei
che si capisse che Tirrenia fa uno sforzo costante per migliorare la
qualità e in questo senso è indirizzata la scelta di non
interrompere la rotta e intervenire sulle navi in servizio per
renderle più moderne e comode». Morace non nasconde la difficoltà
che tutte le compagnie di navigazione attraversano in questo
periodo. «Non è facile affrontare il presente con le condizioni
attuali del mercato – spiega –. E non parlo solo delle rotte in
Sardegna. L’allarme è globale. Ma il nostro impegno rimane
immutato». L’amministratore delegato smentisce un disimpegno di
Tirrenia dall’Isola Bianca. «Al contrario per noi Olbia è e resta
strategica e centrale – dice Morace –. Il nostro impegno è nel
migliorare il servizio per recuperare quote di traffico. Anche la
scelta di garantire in ogni caso la rotta, anche a febbraio e con un
traghetto non nuovissimo va in questa direzione». L’amministratore
delegato di Tirrenia annuncia altre iniziative. «Su Porto Torres c’è
stata la scelta di portare due traghetti nuovi per cercare di
recuperare traffico e rispondere in modo più efficace alle richieste
del mercato. Ma ci siamo attivati anche per altre iniziative.
Abbiamo chiuso un accordo commerciale con un istituto di credito per
consentire la vendita dei biglietti a rate e creare promozioni. Il
nostro tentativo è rivitalizzare il mercato ancora in difficoltà».