Le rivoluzioni,
come sosteneva Mao Tse-Tung, non sono un pranzo
di gala. Ma un atto violento, un bagno di
sangue. Nella lotta intestina che sta
sconvolgendo la Saremar, la società di
navigazione controllata al 100 per 100 dalla
Regione Sarda, azienda in pareggio sino al 2010
ma oberata di debiti dopo il disastroso varo
della Flotta Sarda, la prima testa a saltare
dovrebbe essere quella dell’amministratore
delegato Salvatore Scarpati, l’ammiraglio della
“armada” dei quattro mori. La decisione dovrebbe
essere adottata domani, nel corso della riunione
della giunta regionale con un provvedimento che,
oltre a cambiare il vertice operativo della
compagnia di navigazione, dovrebbe disporre
anche la modifica di alcuni punti essenziali
dello Statuto. Il motivo per il quale tutto
questo starebbe per accadere è formalmente
legato all’imminente privatizzazione della
società controllata dalla Regione. Ma il motivo
di fondo, che l’europarlamentare dell’Idv
Giommaria Uggias definisce una «punizione
consumata a poche ore dalle missive in cui la
Regione veniva informata dell’impossibilità
materiale di proseguire nella loro ottusa
volontà di sostituirsi agli armatori, anzichè
pensare alla realizzazione della vera continuità
territoriale, marittima ed aerea, per l’isola e
per i sardi», sarebbe dovuta alla lettera con la
quale il consiglio di amministrazione della
Saremar dichiara di dover aumentare, per stare
dentro il bilancio, il costo dei biglietti per
la prossima stagione estiva. Una lettera,
firmata dal presidente del Cda Emanuele Cera,
preceduta di poco da una analoga informativa
riservata che Salvatore Scarpati, il 13 febbraio
scorso, aveva inviato a Ugo Capellacci e agli
assessori ai trasporti, bilancio e turismo. Una
lettera che parlava dei costi altissimi per
prendere in affitto, per la imminente stagione
estiva, di tre Cruise ferry, come richiesto
dall’amministrazione regionale. «Con riferimento
alle linee di indirizzo emanate il 1/12/2011 la
scrivente (Saremar) ha proceduto immediatamente
a richiedere la presentazione di adeguate
offerte per il noleggio a scafo armato di almeno
tre traghetti ad elevata capacità di passeggeri,
posti auto e automezzi commerciali da utilizzare
per potenziare i collegamenti estivi sulle rotte
Olbia–Civitavecchia e Porto Torres–Vado Ligure o
Genova. Sono pervenute alcune offerte, che si
allegano alla presente, la cui valutazione
economica 40.000-50.000 euro/giorno, non si
ritiene compatibile con la situazione
finanziaria della Società e dei ricavi che
potrebbero derivare dall’esercizio sulle rotte
ipotizzate. Va invece segnalato e portato
all’attenzione immediata di codesto Assessorato
perché richieda una tempestiva rivisitazione
delle valutazioni fatte dalla “Price waterhouse
Coopers Advisory” incaricata, che ipotizzava il
costo del nolo per la linea mista
Olbia-Civitavecchia di 16.000 euro/giorno per
navi di 2000 passeggeri e 2000/2.500 metri
lineari merci. Su tali valori era stata
ipotizzata una discreta redditività della linea
che avrebbe consentito il raggiungimento del
pareggio con un margine di utile contenuto, a
parità di tariffe, applicate lo scorso anno. La
scrivente società continuerà a valutare le
offerte che arriveranno consci tuttavia che
difficilmente arriveranno proposte
significativamente più basse». Una ammissione
implicita di impossibilità materiale a tener
testa alle richieste della Regione e alle scelte
politiche adottate dall’assessorato a trasporti.
Scelte condivisibili se, però, non portassero
all’affondamento della società sarda di
navigazione marittima, la Saremar. Che, stando
ai conti non ancora presentati, avrebbe già
“capitalizzato” circa 4 milioni di debiti con il
noleggio delle due navi Scintu e Dimonios
rimaste inutilizzate da ottobre 2011 a metà
gennaio 2012. «Ignoro la ulteriore decisione che
starebbe per intraprendere la giunta regionale –
ha spiegato ieri il presidente della commissione
trasporti Matteo Sanna –, e per questo e tanti
altri motivi, che sottolineo di poca chiarezza,
che diventa indispensabile l’audizione, in sede
di commissione, dei vertici Saremar». La
rivoluzione è appena cominciata, e le prime
teste stanno per cadere. «Anche in questo strano
passaggio di consegne ritengo che la Comunità
europea interverrà pesantemente – sostiene
l’europarlamentare Giommaria Uggias –, perché le
colpe di altri non possono ricadere sempre sui
soliti noti».
L'ARTICOLO DEL
GIORNALE NUOVA SARDEGNA