La corretta definizione di affaticamento mentale e/o fisico è l'inabilità di continuare le normali funzioni della persona.
L'affaticamento mentale che può mostrarsi senza che si manifesti la forma fisica, è caratterizzato da sonnolenza e dalla diminuzione dei riflessi, e può risultare molto pericoloso quando occorre una costante concentrazione del soggetto come nel caso di guida di mezzi di trasporto, diventando una possibile causa di incidenti marittimi.
Sentirsi stanchi non significa necessariamente avere una qualche patologia. I cambi stagionali, ad esempio, con i loro mutamenti di temperatura e di quantità di ore di luce quotidiani, possono portare nell'individuo una elevata stanchezza, prolungata per alcuni giorni.
Un recente studio , effettuato a terra con uso di simulatori , su marittimi esperti, ha dimostrato che la suddivisione dei turni di guardia in 6 ore on 6 ore off , comporta un maggior rischio che l’operatore si addormenti e che comunque riesca a dormire meno durante il periodo di riposo di chi fa 4 ore on 8 ore off.
Il 45% dei marittimi che presta servizio sulle navi da carico, con equipaggi ridotti al lumicino, con periodi giornalieri di lavoro di oltre quattordici ore per cinque o sei mesi continuativi, si addormenta , durante la guardia in plancia o in SCP, a volte per 30 secondi , ma a volte anche di piu’.
I
maggiori disastri
marittimi in tempi
recenti hanno spesso
avuto come causa
l’affaticamento , basti
pensare a disastro dell’
EXXON VALDEZ (il maggior
caso di inquinamento in
Alaska nel 89) e
all’incaglio della Shen
Neng 1 sulla grande
barriere in Aprile 2010.
Per quanto detto sopra, in relazione ai lunghi periodi di lavoro ai quali il lavoratore marittimo è esposto, il provare affaticamento psico-fisico continuo è un qualcosa di nettamente differente dall'essere afflitti da una, seppur intensa, momentanea stanchezza; solitamente risolvibile con del riposo.
Quando l'affaticamento è prolungato nel tempo, assume nella persona la forma di una vera e propria patologia definita "Sindrome da affaticamento cronico" e può essere imputabile ad un disagio psicologico ; solitamente tale sindrome è caratterizzata da sintomi psichici scatenati da fattori fisici e da sintomi psichici indipendenti dallo stato fisiologico generale, con una durata di parecchi mesi.
La sintomatologia è rappresentata allora sia da problemi fisici, che da disturbi psichici. Quelli fisici possono essere tensione, debolezza, e/o dolore muscolare, febbre bassa, ma continua, cefalea, torpore, stordimento, dolore articolare (alcune volte indotti da disturbi psicosomatici), intolleranza alla luce (Fotofobia), difficoltà di memoria e di concentrazione.
Quelli psicologici possono invece essere oscillazione dell'umore, irritabilità, sonno disturbato, difficoltà cognitive, diffusione di ansia e forte stress. Oltre il perdurare dei sintomi, spesso vi è la loro fluttuazione nel tempo con l'alternanza di periodi più o meno lunghi di regressione dei disagi psico-fisici, a periodi di intenso affaticamento.
E' ovvio che se il lavoratore trovasi sulla terra ferma, questa patologia è facilmente curabile con periodi di riposo, allontanando lo stesso dall'ambiente di lavoro; nel caso specifico del lavoratore marittimo tutto quanto descritto sopra viene accentuato dalla tipologia dell'ambiente di lavoro che non consente "un benefico allontanamento" , in considerazione del periodo lavorativo di circa cinque/sei mesi continuativi, effettuato a bordo delle petroliere, sulle enormi porta containers o sulle navi da carico in genere.
L'ultima conferma l'abbiamo avuta dalla nave mercantile "Hc Rubina", incagliatasi a Ganzirri, qualche settimana fa, a poche decine di metri dalle case degli abitanti del borgo marinaro
Il comandante ucraino
Sery Kryvodud, dell'età
di 41 anni, indagato
dalla Procura della
Repubblica per naufragio
colposo e violazione del
codice della
navigazione, avrebbe
ammesso che al momento
dell'incidente stava
dormendo e che la nave
era governata dal pilota
automatico.
Mentre stava navigando
nella direzione Sud-Nord
costeggiando la costa
calabra, così come
previsto dallo schema di
separazione del
traffico, avrebbe
spiegato con il
cosiddetto
"colpo di sonno"
i motivi per cui
improvvisamente il cargo
ha deviato dalla sua
rotta, per dirigersi
dritto contro il
litorale nord di
Messina.
Proprio perchè
addormentato, e da solo
in plancia, il
comandante non avrebbe
risposto alle continue
chiamate da parte degli
operatori del Vessel
Traffic system,
il sistema di
controllo del traffico
marittimo nello Stretto,
fino a poco prima
dell'impatto sugli
scogli di Ganzirri, in
una zona di mare
notevolmente trafficata
da barche da pesca e
natanti di ogni genere.
Il codice della
navigazione tra l'altro
prescrive che in acque
particolarmente congestionate
da natanti, come quelle
dello Stretto di
Messina, in plancia
siano presenti almeno
due persone
dell'equipaggio, ma
sappiamo bene che poi,
nella pratica, tutto
questo non può avvenire
se la tendenza degli
armatori è quella di
ridurre sempre più il
numero dei componenti
dell'equipaggio, a
discapito della
sicurezza in mare.
A bordo delle navi da carico i cambiamenti climatici e fattori esterni ed interni come il servizio di guardia di sei ore sul Ponte di comando o in Centrale propulsione, durante un lungo viaggio per mare , possono portare forte affaticamento scompensando gli equilibri psico-fisici caratteristici di ogni persona, con gravi conseguenze sulla sfera sociale, lavorativa, familiare e relazionale proprio per il suo effetto disabilitante anche nelle più elementari mansioni e semplici rapporti di tutti i giorni.