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MARITTIMI
MENTRE IN GRECIA ARRIVA LA FAME,
l’UE REGALA 2MILA MILIARDI ALLE BANCHE
di Massimo Ragnedda
Come definire il regalo di 2 mila
miliardi di euro che la Banca Centrale europea ha fatto a tutte le
banche dell’eurozona? Una vergogna? Un’ingiustizia? Una cosa
necessaria?
Io personalmente, ma il mio giudizio vale poco, penso si tratti di
una profonda ingiustizia e di un’immensa vergogna che da valore a
quel luogo comune secondo il quale il mondo è in mano alle banche. È
un’affermazione che si sente nei bar, per strada, quasi mai in TV o
nei grandi media; se ne parla con un tono di quasi rassegnazione e
di sconfitta. Sconfitta per la democrazia e per una politica in
grado di dare risposte ai cittadini e non alle banche.
Questa volta però non è il solito avventore di un localaccio
notturno (con tutto il rispetto dei localacci notturni) che sotto
abbondanti libagioni alcoliche si lascia andare ad analisi di macro
economia, ma è un dato di fatto. O perlomeno io lo interpreto così.
La banca centrale europea, diretta da un uomo cresciuto e maturato
nella Goldman Sachs, decide di dare 2 mila miliardi di euro (è
difficile anche scriverla una cifra così impressionante), tratti
dalle tasse dei cittadini europei, alle banche europee ad un tasso
dell’1% (ovvero inferiore all’inflazione) e dunque "regalati". Sì,
sì, va bene, serviranno per far girare l’economia, serviranno per
evitare la crisi,
ma almeno qualche regola si sarebbe potuta mettere. Ad esempio si
sarebbe potuta prevedere una norma che vieti le speculazioni
finanziarie, perlomeno quelle più rischiose che hanno portato al
disastro economico in cui ci troviamo ora. Che so io, si sarebbe
potuto approfittare di questo incredibile (e senza precedenti)
finanziamento per riformare il sistema creditizio, così come
successo negli anni '30
(dopo la crisi del 1929). Invece niente: si regalano 2mila miliardi
senza chiedere niente in cambio.
Tanto sono soldi dei cittadini e con i nostri soldi le banche
faranno ciò vogliono, senza render conto e senza vincoli. E in più
con un tasso di interesse dell’1%. Ovviamente le banche qualche
garanzia la dovranno dare: per esempio acquistando i titoli di
Stato. Quelli italiani sono pagati al 6/7%. Non credo sia necessario
essere dei premi nobel in economia per capire che le banche useranno
i soldi dei cittadini europei, dati loro all’1%, per comprare titoli
di Stato che pagano
invece il 6/7% di interesse: risultato? Un guadagno per le banche
del 5/6% senza correre rischi. Provo a spiegare meglio questo
passaggio: gli stati tassano i cittadini e versano una parte di
queste tasse in un mega fondo europeo che viene usato per concedere
i soldi alle banche private con un tasso dell’1%. Le banche, grazie
a questi soldi. acquisteranno, tra le altre cose, titoli che lo
Stato paga al 6/7%. Indovinate un po’ come fa lo Stato a pagare
quegli interessi del 6/7%?
Sì, esatto, proprio dalla tasse dei cittadini. Elementare Watson.
Ora sarà anche un luogo comune, sarà anche una discussione da bar e
da avventori notturni, ma l’idea che le banche abbiano in mano la
situazione si fa sempre più evidente.
D’altronde non potrebbe essere altrimenti se riflettiamo su chi ora
sta guidando l’economia europea: i banchieri. Alla lista degli
uomini della grande finanza internazionale che guidano le
istituzioni europee, che poi fanno queste scelte assurde per
favorire le banche, si aggiunge ora anche la pedina spagnola. Sembra
una battaglia a Risiko e le banche conquistano territori: Monti
(Goldman Sachs), Draghi (Goldman Sachs), Papademos (Federal Reserve
Bank of Boston e Banca Centrale Europea).
La nuova pedina, come già evidenziato, è quella spagnola: il nuovo
ministro dell’economia si chiama Luis de Guindos che ha lavorato a
lungo nel settore delle banche private e ha guidato la divisione
spagnola della banca di investimento Lehman Brothers. Vi dice niente
questa banca? Sì sì quella grossa banca fallita e dalla quale, come
in un domino, tutto ha avuto inizio. Un bel quadretto che sarà
sicuramente completato nel 2012 con le altre elezioni europee.
Nel frattempo in Grecia, uno dei paesi dell’eurozona le cui tasse
sono servite per finanziare le banche, si comincia a soffrire la
fame. No, non è il solito avventore di un locale notturno che lo
dice, ma l’ANSA. Questa la notizia che mi ha turbato: “sono stati
registrati circa 200 casi di neonati denutriti perché i loro
genitori non sono in grado di alimentarli come si deve”. E la
situazione tende a peggiorare. Il
caso della sanità è emblematico: vi è una drastica riduzione dei
ricoveri nelle strutture private (circa il 30% in meno tra il 2009 e
il 2010) e un relativo incremento dei ricoveri negli ospedali
pubblici (circa il 25% in più), che non riesce a far fronte alle
pressanti richieste della popolazione perché lo Stato ha deciso di
tagliare i fondi per la sanità pubblica del 40%. Questo ha
comportato licenziamenti e carenze di organico. L’esito è facilmente
prevedibile: una sanità in pessime condizioni, file indicibili e
fuga dalla sanità. Insomma una popolazione in ginocchio.
L’UE, tanto pronta a regalare i soldi alla banche, fa ben poco per
salvare i bambini denutriti dell'eurozona. Quasi quasi mi viene di
dare ragioni a quegli avventori dei bar notturni che credono che il
mondo sia in mano alle banche. Ma queste affermazioni, come si sa e
come ci dicono, sono luoghi comuni. O no?
27 dicembre 2011

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