Abbiamo detto di no a una patacca di dimensioni notevolissime, rifiutando la possibilità di acquistare a un euro Siremar, di cui però ci saremmo dovuti sobbarcare debiti per 99 milioni, 250 cause e altre richieste milionarie di risarcimenti. Insomma, l’avremmo pagata cara e amara.
Invece, abbiamo scelto un’altra strada. Sollecitando alcuni imprenditori, abbiamo pilotato una operazione in cui una società, partecipata dalla Regione, ha presentato un’offerta e ci siamo sottratti a una situazione fallimentare garantendo il rilancio di Siremar, riservandoci il potere di controllo della società con fissazione della sede e del centro decisionale a Palermo e non a Roma, dov’era sede di Fintecna di cui Siremar e Tirrenia facevano parte, prevedendo una riduzione dei costi del personale del 20%, l’occupazione delle maestranze di Fincantieri, aggiungendo nuove rotte, come quella che collegherà ad esempio Pozzallo con Livorno.