PALERMO, 12 GIU - Come era gia' accaduto sei mesi fa il tribunale
del Riesame di Napoli ha annullato una serie di misure cautelari
emesse dal Gip partenopeo sostenendo che questi si fosse limitato a
copiare la richiesta fattagli dalla Procura. La volta scorsa la
vicenda riguardo' un indagato eccellente: Gaetano Riina, il fratello
del capomafia di Corleone Toto' Riina. Oggi, per difetto di
motivazione sono state annullate le misure degli arresti domiciliari
disposte nei confronti di sette persone - cinque palermitani e due
napoletani - dipendenti della compagnia di navigazione
Tirrenia
accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa
aggravata e di violenza privata. Secondo la Procura i sette
avrebbero lucrato su rimborsi per merci mai acquistate dalla
Tirrenia -
in particolare vettovaglie - con la complicita' del fornitore che,
pero', li ha denunciati. Ai domiciliari sono finiti Alfonso Mamome,
Rosario Lo Cascio, Toni Palazzotto, Giuseppe Fazio, Stefano Sarcone,
Giovanni Sorrentino e Ciro Stasi. Dopo la decisione del Riesame
torneranno tutti liberi. Gli avvocati Fabrizio Bellavista e Vincenzo
Di Marco hanno dimostrato che il Gip Nicola Miraglia Del Giudice
aveva copiato, appunto, la richiesta di arresti domiciliari fatta
dalla Procura