PIRATI: FARNESINA,
CONTINUA IMPEGNO PER RILASCIO NAVE SAVINA CAYLIN
''Nel
corso
dei mesi
che
hanno
caratterizzato
il
sequestro
della
nave
Savina
Caylin,
catturata
l'8
febbraio
2011
nell'Oceano
Indiano,
il Mae,
attraverso
l'Unita'
di
Crisi,
ha
mantenuto
stretti
contatti
con i
familiari
dei
marittimi
sequestrati
e con la
Societa'
Armatrice
di
proprieta'
del Cav.
Luigi
D'Amato,
tenendo
entrambi
informati
dell'intensa
e
articolata
azione
diplomatica
attivata
per la
soluzione
del caso
e
liberazione
dell'equipaggio''.
Lo si
legge in
una nota
della
Farnesina.
''Tale
attivita'
si e'
sviluppata
peraltro
in un
quadro
in
costante
evoluzione,
che vede
sequestrate
decine
di navi
di tutte
le
nazionalita',
nonche'
la nave
'Rosalia
D'Amato',
anch'essa
sequestrata
nell'area
nell'aprile
2011'',
ha
aggiunto.
''Nei
confronti
delle
Autorita'
somale
e' stata
infatti
esercitata
una
costante
pressione
per
mettere
in atto
ogni
possibile
sforzo
volto
alla
positiva
risoluzione
del caso
ed alla
liberazione
dell'equipaggio.
Tale
attivita'
si e' da
ultimo
sostanziata,
in primo
luogo,
attraverso
una
missione
del SS
Alfredo
Mantica,
che si
e'
recato
in
Somalia
per
incontrare
il
Presidente
del
Governo
somalo
Sharmanke
ed il
Presidente
del
Puntland,
Farole'',
ha
ricordato.
''In
secondo
luogo,
considerata
la
dimensione
regionale
del
problema,
e' stata
altresi'
inviata,
in
qualita'
di
Rappresentante
Speciale
del
Ministro
degli
Esteri
per le
Emergenze
Umanitarie,
Margherita
Boniver,
per
sensibilizzare
le
Autorita'
della
Tanzania
e di
Gibuti,
noti per
il loro
impegno
nella
lotta
alla
pirateria,
per
rafforzare
in tal
modo
l'azione
svolta
direttamente
sulle
Autorita'
somale.
Il caso
della ''Savina
Caylin''
e' stato
inoltre
costantemente
sollevato
dai
diplomatici
italiani
in tutte
le
possibili
occasioni
ed
incontri
internazionali,
per
addivenire
ad una
soluzione
positiva
e
tempestiva,
sollecitando
l'aiuto
di tutti
i
possibili
interlocutori
utili'',
ha
spiegato.
''L'Italia,
su
iniziativa
del Min.
Frattini,
ha
altresi'
proposto
che il
tema
della
lotta
alla
pirateria
sia
discusso
anche a
New
York, in
un
summit
sulla
Somalia
organizzato
congiuntamente
da
Italia,
Gran
Bretagna
e Uganda
a
margine
della
prossima
Assemblea
Generale
dell'Onu
a
settembre'',
ha
precisato
la nota.
''Il
Governo
italiano
ha
inoltre
attivato
a piu'
riprese,
attraverso
il
Ministero
della
Difesa,
le
unita'
della
Marina
Militare
impegnate
nelle
missioni
'Atalanta'
e 'Ocean
Shield'
per un
monitoraggio
della
nave,
diretto
e
complementare
rispetto
a quello
svolto
dalle
succitate
missioni,
per
raccogliere
informazioni
sulla
situazione
dell'equipaggio'',
ha
detto.
''Il
Governo
italiano,
tenuto
anche
conto
dell'esplicita
richiesta
dei
familiari
degli
ostaggi,
ha
finora
espressamente
evitato
qualsiasi
azione
di tipo
militare
che
possa
mettere
in
pericolo
la
sicurezza
ed
incolumita'
degli
ostaggi
stessi.
A fronte
di tale
azioni
volte
alla
soluzione
del
caso, il
Governo
italiano
non puo'
contemplare
la
possibilita'
di una
trattativa
diretta
con i
pirati e
tanto
meno di
pagare
riscatti
per la
liberazione
degli
ostaggi,
come
espressamente
vietato
dalla
normativa
- a
cominciare
da
quella
riflessa
nelle
Risoluzioni
Onu, che
esclude
qualsiasi
forma di
favoreggiamento
delle
attivita'
di
pirateria
da parte
degli
Stati'',
ha
spiegato.
''La
Farnesina,
che ben
comprende
l'angoscia
dei
familiari,
assicura
che,
nell'ambito
delle
proprie
competenze,
continuera'
ad
adoperarsi
senza
soluzione
di
continuita'
per il
rilascio
della
nave 'Savina
Caylin'
e
sottolinea
l'importanza
di
mantenere
il
massimo
riserbo
da parte
dei vari
attori
della
vicenda.
Come
dimostrato
dalla
positiva
soluzione
di tutti
i
precedenti
casi di
sequestro,
la
riservatezza
si e'
infatti
rivelata
un
elemento
fondamentale
nel
raggiungimento
degli
obiettivi'',
ha
concluso
la nota