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RASSEGNA STAMPA - COMUNICATI  - NOTIZIE DI SPORT

 MARITTIMI

Salvatore Gromme
LETTERA APERTA AL COMANDANTE SCHETTINO


Caro Comandante Schettino,
come tutti gli italiani (e il resto del mondo) anch'io ho assistito alla tragedia che si consumata in diretta sotto i nostri occhi all'Isola del Giglio. Ma al contrario della stragrande maggioranza dei telespettatori, l'ho vissuta con occhi e animo diversi, in quanto anch'io Capitano di Lungo Corso, 41 anni per i mari di tutto il mondo, gli ultimi 20 al comando di piccole navi passeggeri lungo rotte, Bocche di Bonifacio, Arcipelago di La Maddalena, a sfioro di scogli, in porti come Bonifacio e Santa Teresa Gallura, dove anche una nave di 65 metri diventa un gigante. Tale la spettacolarità della manovra in acque così ristrette che Donatella Bianchi, per caso di passaggio sulla mia nave, ci fece un bel servizio per Linea Blu della Rai, andato in onda a dicembre 2008 e replicato il 17 dicembre 2011. Una gran bella soddisfazione.
Capisco quindi, e provo a immedesimarmi, lo Schettino spavaldo, che io conobbi poco più che ventenne Allievo Ufficiale di Coperta su una nave Tirrenia a metà anni 80, che sfida se stesso e i colleghi che in tali manovre lo avevano preceduto. Se avesse avuto successo, applausi e complimenti per la bravura, flash e filmati da postare su YouTube, magari anche una denuncia da parte di un crocierista impaurito o un gigliese preoccupato che tanta audacia avrebbe potuto provocare un disastro. Denuncia che non avrebbe avuto seguito perchè, si sa, the show must go on. E però, quel fatidico venerdì 13, lo show ha fatto flop, lo schianto tremendo della chiglia sullo scoglio avrebbe dovuto provocare un brutto, amaro, tragico risveglio, e riportare il Comandante sul Ponte di Comando. E intorno a lui uno staff di persone preparatissime per studio ed esercitazioni a valutare immediatamente la situazione e altrettanto immediatamente mettere in atto quelle procedure codificate nei Ruoli di Emergenza imparati a memoria a forza di istruzioni ed esercitazioni con equipaggio e crocieristi. Immediatamente una Squadra di Pronto Intervento munita di attrezzature e radio portatili si reca nella zona della nave interessata dall'impatto per una prima valutazione del danno e riferisce al Comandante sul Ponte di Comando. Una falla di parecchie decine di metri e compartimenti allagati sotto la linea di galleggiamento non possono dare luogo a dubbi, ritardi, incertezze. E' d'obbligo diramare il segnale di Emergenza Generale, 7 fischi brevi seguiti da uno lungo, e il personale addestrato capisce che deve prepararsi anche al peggio. Le Squadre di Approntamento Mezzi di Salvataggio si recano sul Ponte Lance e approntano i mezzi al ponte, pronti a ricevere i passeggeri eventualmente da evacuare. Le Squadre di Assistenza Passeggeri radunano i passeggeri ai punti di riunione e fanno correttamente indossare le cinture di salvataggio, ad ognuno la sua taglia, a bordo sono presenti le cinture per infanti, ragazzi, adulti e oversize. L'Addetto alle Comunicazioni riceve l'ordine di lanciare via radio sul canale 16 VHF un PAM PAM PAM, un avviso di pericolo, all'Autorità Marittima e alle altre navi in ascolto, dichiarando il nome della nave, posizione, rotta e velocità, e natura del pericolo. E poi si avvisa il DPA, responsabile a terra per la sicurezza della compagnia armatrice. Tutto questo nelle esercitazioni settimanali e in occasione di visita per rinnovo certificati di sicurezza da parte dell'Autorità Marittima o Ente Certificatore, avviene in pochi minuti. A questo punto, con la situazione sotto controllo, si decide cosa fare. Logico, se la nave risponde alle manovre, condurla su un basso fondo, possibilmente sabbioso, e, ultima ratio, lanciare un MAYDAY MAYDAY MAYDAY, richiesta di soccorso sempre sul canale 16 VHF, e ordinare l'abbandono nave. Ordine di abbandono impartito a viva voce dal Comandante e seguito da segnali sonori prolungati con tutti i mezzi disponibili. Questo ci hanno insegnato e questo abbiamo insegnato a quanti, equipaggi e passeggeri, vengono affidati alla nostra responsabilità. Non capisco cosa possa essere successo sul Ponte di Comando, ma se i nervi di un elemento chiave come il Comandante cedono sotto il peso delle gravissime responsabilità ed il pensiero delle altrettanto gravissime conseguenze del proprio azzardo, subentrano altre figure chiave dell'organizzazione dell'emergenza: il Comandante in seconda, il 1° Ufficiale, il 2° Ufficiale, etc., tutti doverosamente patentati e abilitati sia a condurre una nave che a fronteggiare emergenze di qualsiasi natura. Dov'erano costoro, e cosa hanno fatto in questo frangente?In attesa di conoscere le registrazioni del VDR (Voyage Data Recorder) la famosa scatola nera, rimango allibito e sconcertato nel sentire le telefonate e le poche testimonianze dirette di crocieristi e membri dell'equipaggio. Intanto, perchè il telefono e non il VHF, la radio di bordo? E perchè perdere tempo col responsabile della compagnia, che una volta avvisato della situazione null'altro poteva fare, se non contattare a sua volta l'Autorità Marittima, predisporre l'assistenza a terra ai naufraghi, allertare una società di salvataggio per salvare il salvabile e prevenire l'inquinamento? Quegli ordini perentori impartiti dal De Falco di turno mi sarebbe tanto piaciuto sentirli dalla tua voce, rivolti a un impaurito mozzo o altro giovane neofita, per spronarlo a non lasciarsi andare allo sconforto e alla paura. Non vorrei che da domani qualsiasi marinaretto o ufficialetto di Capitaneria si sentisse autorizzato a rivolgersi con lo stesso tono e lo stesso avverbio ad altri Comandanti di navi, perchè nessun'altro lo consentirà. Certo è che, anche senza la parola fine su questa brutta storia, tu hai scritto la pagina più nera che io conosca sulla gloriosa tradizione della marineria italiana.


 

            

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