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MARITTIMI
NAUFRAGIO M/N “COSTA CONCORDIA”
Con questo articolo non si intende
difendere il collega Schettino bensì far rilevare le atecniche
imprecisioni raccontate da alcuni tecnici o presunti tali sui mass –
media sulla gestione dell'emergenza generale ed abbandono nave così
infangando in modo del tutto gratuito la professionalità dei
“marinai italiani”. E' di solare evidenza che le cause del
sinistro sono riconducibili all'errore umano, dovute alla
disattenzione e scarse procedure operative. In ogni modo, sarà cura
dell'Autorità Marittima competente svolgere le attività previste ai
sensi degli articoli 578 e 579 cod. nav. per stabilire cause
e responsabilità. Per quanto attiene la gestione dell'emergenza a
bordo, va ricordato che è la prima volta nella storia dei sinistri
marittimi di nave passeggeri che si debba fronteggiare una emergenza
che coinvolge un così cospicuo numero di passeggeri e personale
imbarcato; basti pensare che, mentre l'Andrea Doria ha
coinvolto 1.706 persone, il tragico evento alla nostra
attenzione ha complessivamente coinvolto 4.229 persone, con
nave inclinata e la sola possibilità di utilizzare i mezzi di
salvataggio ubicati su un solo lato.
Per poter gestire una tale situazione
necessita avere a bordo personale addestrato nella gestione della
crisi e del comportamento umano. Considerate le condizioni
contingenti (nave sbandata e utilizzazione parziale mezzi
salvataggio), il personale ha curato in modo eccellente la
gestione dell'emergenza generale e l'abbandono nave. Al segnale di “emergenza
generale”, composto da una serie di almeno sette fischi brevi
seguiti da uno lungo di sirena e da suoni di campane e campanelli,
il personale di bordo dedicato all'emergenza come da Ruolo di
Appello, si è portato nelle zone loro assegnate. L'emergenza
generale è intesa come approntamento dei mezzi collettivi di
salvataggio e preparare i passeggeri riuniti ai punti di riunione,
facendo indossare loro i giubbotti di salvataggio, in modo da
prepararli all'evacuazione. L'emergenza generale è uno stato di
allerta che viene dato dal comandante all'equipaggio ed ai
passeggeri contemporaneamente. L'abbandono nave può essere
consequenziale allo stato di emergenza così come l'emergenza
generale può anche non sfociare alla fase successiva che è
l'abbandono nave. Nella fase dell'emergenza generale il nemico
numero uno da combattere è il panico.
Ciò detto, senza voler entrare nel
merito [così abusando di ruoli che rientrano nella attività di
indagine] e doverosamente prescindendo dalle indebite (e
talvolta inesatte) interpretazioni dei fatti fornite dalla
stampa e dagli “esperti” che si sono avvicendati nei
programmi televisivi, sembra opportuno richiamare l'attenzione sulle
varie concause dell’incidente, tra le quali ci si limita a
descriverne solo una:
·
mancata disciplina sulla condotta della navigazione
in passaggi ravvicinati alla costa [sempre
avvenuti e tutti ne erano a conoscenza].
Sarebbe bastato che l’Autorità Marittima locale provvedesse a
disciplinare con una Ordinanza i su descritti passaggi nel rispetto
dei contenuti della Regola VI COLREG 1972 – con condizioni meteo
marine favorevoli – previa autorizzazione da parte della stessa
Autorità.
Una trattazione a parte merita il comportamento del presunto “eroe”,
e il suo dialogo con il Comandante. Un conto è gestire l’emergenza
come da libro scolastico, un conto è gestire l’emergenza con nave
inclinata nell’ultima fase di circa 90° ( con un continuo
evolversi degli eventi, noti solo agli addetti ai lavori presenti in
zona). D’altra parte, un eventuale possibile ritorno a bordo
del comandante Schettino [così
come ordinato dal Comandante della Capitaneria di Livorno Gregorio
DE FALCO]
- non avrebbe prodotto alcun effetto. Quindi, in una tale condizione
[mancato
e forzato utilizzo dei mezzi di salvataggio]
- l’evacuazione delle ultime persone presenti ancora a bordo, poteva
avvenire solo con elicotteri, operazione che doveva essere
coordinata dal responsabile delle operazioni di salvataggio della
Capitaneria di Livorno. Inoltre, per una maggiore comprensione dei
fatti, è bene precisare che il Comandante della nave coordina le
emergenze - mentre per la ricerca di eventuali passeggeri presenti
ancora a bordo, vi sono persone dedicate (VEDI RUOLO DI APPELLO).
Infine, va sottolineato che l'Autorità Marittima con troppa
leggerezza ha divulgato anzitempo la registrazione della
conversazione, così umiliando la figura del Comandante della nave “COSTA
CONCORDIA” , già psicologicamente distrutto dal continuo
evolversi dell’evento, al di là delle responsabilità che verranno
eventualmente accertate.
Capitano s.l.c. Rosario FERRANDINO
Capitano s.m. Umberto MALTESE

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