SAVINA
CAYLYN
DRAMMATICA
TELEFONATA
A
BORDO:ALCUNI
STANNO
MALE
ALTRI
NON
HANNO IL
PERMESSO
PER
PARLARE
Nuova
drammatica
telefonata
a bordo
della
Savina
Caylyn.
Il
mediatore
dei
pirati
che
parla
italiano,
risponde
al
telefono:
Non
posso
passarti
il
direttore
di
Macchina,
perché
sta male
e il
Comandante
non ha
il
permesso
per
parlare.
Alcuni
stanno
male
altri un
po’
meno.
Potrai
parlargli
solo
quando
la
compagnia
pagherà!
190
giorni
dal
sequestro
della
Savina
Caylyn:
una
torrida
giornata
di
agosto
per noi
qui in
Italia,
ancora
più
torrida
nel
golfo di
Aden,
dove i
nostri
marittimi
sono
sequestrati
a bordo
della
petroliera
battente
bandiera
italiana.
Sono le
19,15
quando
dopo
vari
tentativi
durante
la
settimana
che
volge al
termine,
riusciamo
a
trovare
il
telefono
acceso a
bordo
della
nave. Ci
risponde
il
mediatore
dei
pirati
che è
l’unico
che
parla
italiano.
I soliti
20
secondi
per
capire
con chi
sta
parlando,
poi chi
risponde
dalla
nave ci
dice
subito
“non c’è
notizia,
niente
notizia”.
Allora
chiediamo
di poter
parlare
con il
direttore
di
macchina,
Verrecchia
e
dall’altro
capo del
telefono
ci
risponde:
“Non può
parlare,
sta
male”.
Chiediamo
a questo
punto di
sapere
perché
sta male
Verrecchia
e di
cosa
soffre:
“Non lo
so”
questa
la
risposta
da
bordo.
Allora
cerchiamo
di
parlare
con il
Comandante
Lubrano
Lavadera
e il
pirata
risponde
che non
ha il
permesso
di
parlare.
A questo
punto
domandiamo:
“quando
possiamo
parlare
con i
membri
dell’equipaggio?”
risposta:
“Quando
la
compagnia
avrà
pagato!”
La
sensazione
è che i
pirati
si siano
nuovamente
irrigiditi
e che
nessun
passo
avanti è
stato
fatto in
queste
settimane.
Le
condizioni
climatiche
sono
infernali
e le
condizioni
di
salute,
ovviamente
sono
precarie.
Chiediamo
se gli
altri
membri
dell’equipaggio
stanno
bene e
ci
risponde:
“alcuni
stanno
bene,
altri
stanno
male”.
La
telefonata
si
conclude
ribadendo
che
potremo
parlare
con loro
solo
quando
la
compagnia
pagherà.
190
giorni
oggi da
quel
fatidico
8
febbraio,
giorno
in cui
la
Savina
Caylyn
viene
assaltata
da 5
pirati
somali e
poi
sequestrata
e
condotta
alla
fonda
davanti
le coste
della
Somalia.
Si va
verso i
7 mesi
di
prigionia
e lo
stress
aumenta,
le
condizioni
fisiche
peggiorano
di
giorno
in
giorno e
pirati
sembrano
adesso
non
gradire
più
alcuna
conversazione,
ne fanno
lanciare
più
appelli
ai
nostri
marinai
a bordo.
Non
sentono
altre
ragioni.
Vogliono
solo il
riscatto.
Un’altra
pagina
drammatica
di
questa
vicenda
è stata
scritta
oggi.
Una
cronaca
che non
avremmo
voluto
scrivere,
ma che
ci
fornisce
l’esatta
critica
situazione
dei
nostri
marittimi
a bordo
della
Savina
Caylyn.
L’imperativo
di fare
presto
per
cercare
una
soluzione
“pacifica”
per
questi
nostri
connazionali,
è sempre
più
impellente:
22 vite
umane
incolpevoli,
aspettano
un gesto
che li
tragga
fuori da
questa
situazione
da
incubo.
Farnesina
e
Armatore
dovrebbero
sentire
il peso
enorme
che tale
condizione
impone.
Ci
auguriamo
che
questo
colloquio
odierno
serva
per
spronare
chi di
dovere:
non è
più
possibile
aspettare.Gaetano
Baldi
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