RASSEGNA STAMPA - COMUNICATI
- NOTIZIE DI SPORT
MARITTIMI
IL PUDORE DEL SILENZIO – VERGOGNA
NAZIONALE
E’ dalla sera dell’infausto venerdì 13 u.s.
che seguo con attenzione ed interesse l’evolversi della tragica
vicenda di mare occorsa alla “Costa Concordia”. Mille pensieri,
mille considerazioni affollano la mente di un uomo che ha trascorso
metà della vita in mare e che tutt’ora continua.
Provo dolore per le vite perdute,
costernazione per i riflessi negativi per i sopravvissuti e tanta
amarezza per l’errore umano.
Errore inconcepibile, prodotto da una
inspiegabile valutazione in tema di distanza dalla costa,
particolarmente quando si è coadiuvati dalla moderna strumentazione
tecnica.
Da più fonti, arriva la notizia che tale
procedura viene adottata da tanti Capitani, quando con questi
colossi del mare, pervasi da incoscienza, si avvicinano alla costa
per manifestare un saluto accompagnato da squilli di sirena. Forse
non valutano che in quella circostanza, un motore potrebbe
arrestarsi o gli organi di governo malfunzionare per un improvviso
guasto tecnico, specialmente oggi che tutto è improntato sui
congegni elettronici, ignorati del tutto dai conduttori.
Ecco una modesta riflessione!
Mi chiedo anche: “Come mai l’Autorità
Marittima che ben è a conoscenza di questa procedura non ne ordina
il divieto e la sanzione amministrativa?”.
Rilevo, con l’occasione, da un sito web che
qualche anno fa si rischiò una identica tragedia. Una grossa nave da
crociera transitò in mezzo ai Faraglioni di Capri a pochi metri
dagli enormi spunzoni di roccia che costellano l’isola azzurra. Le
zone di mare protette sono sorvegliate da personale specializzato.
Come mai non sono state rilevate queste anomalie? Spesso viene
sanzionato il pescatore dilettante che tenta di catturare una
triglia di dimensioni inferiori a quanto previsto dalla norma!
Ravvedo in tutto ciò un “concorso di colpa”.
La scatola nera dovrebbe essere esaminata
occasionalmente per constatare alterazioni di rotta prodotte dai
Comandanti. Non potrebbe un intervento del genere costituire una
usuale procedura durante i controlli periodici di sicurezza e P.S.C.
?
Siamo pervasi da un mondo di carta, procedure
assurde e prive di significati. Dovremmo tutti fermarci, riflettere,
snellire il mondo fatuo che ci circonda e assumere un indirizzo
pratico condotti da uomini che conoscono veramente il mare.
E’ la voce di un uomo di mare che resta
inascoltata e derisa!
Sto stilando sommessamente e con umiltà queste
poche righe, interpretando il pensiero di tanti professionali
colleghi e tanti uomini dello “shipping” che vivono quotidianamente
la vita delle navi e degli uomini che le conducono.
Portavoce anche del loro pensiero, affermo che
siamo addolorati per l’evento, gli uomini sbagliano, la mente è
umana e non divina.
Il Comandante Schettino ha sbagliato e pagherà
la sua colpa, la giustizia lo giudicherà in osservanza al Codice
della Navigazione e Penale. Certamente non sarà l’ultimo.
Siamo indignati per la telefonata intercorsa
tra la Capitaneria di Porto di Livorno ed il Comandante Schettino.
Ci chiediamo: ”Era quella la maniera giusta per coordinare un
soccorso a distanza?”. Oserei definirla più una penosa sceneggiata,
impregnata di personalismo ed incompetenza.
Un uomo vero avrebbe valutato la condizione
psicologica del Comandante al cospetto della sua nave ferita a
morte.
Solo chi conosce la solitudine del comando può
giudicare.
Il Comandante costituisce l’anello più debole
della catena dello “shipping” e quasi sempre ne paga le conseguenze
anche se incolpevole. Non è il caso in parola.
Siamo risentiti perché la telefonata sarebbe
dovuta essere segregata, a disposizione della Magistratura, ammesso
che il contenuto arrogante ed inconsistente, poteva essere preso in
considerazione per formulare un capo d’accusa.
Averla pubblicata è stata una “vergogna
nazionale”.
La stampa estera ha giudicato ancora una volta
negativamente questo povero paese sul viale del “default” e, a
diversi giorni dal triste naufragio, sconcertati osserviamo,
purtroppo quotidianamente, questa continua gogna che sta
squalificando l’intero settore marittimo italiano..
“Il pudore del silenzio” doveva illuminare
tutti i “sapienti” della stampa che hanno divulgato notizie prive di
fondamento e di significati tecnici su cose di mare che ignorano
totalmente.
Un paese con ottomila chilometri di costa che
non ha una cultura marinara, gli uomini di mare sono del tutto
ignorati, in tanti non conoscono la professione di Capitano
Marittimo, dovremmo tanto imparare dai paesi nordici!
Siamo indignati perché nessuno ha evidenziato
il merito del Comandante che ha diretto la nave a “far costa” con il
residuo abbrivio, tanto per evitare l’affondamento in acque alte. E’
una prassi che si adopera “in extremis” per salvare il salvabile.
Siamo sdegnati perché nessuno ha esternato un
cenno di merito all’equipaggio che, anche se in affanno, è riuscito
ad evacuare la maggior parte dei passeggeri con i mezzi di
salvataggio e ridurre la mortalità.
Possiamo garantire, conoscendo per esperienze
passate le difficoltà di ordine pratico che si prefigurano in questi
casi di emergenza, che l’evento della “Costa Concordia” è fino a
questo momento un unico caso di “abbandono nave” con migliaia di
anime disorientate ed in preda al panico. L’equipaggio di massima si
è ben comportato, ha osservato le Procedure di Sicurezza impartite
dal Comando, in armonia con quelle della Società Armatrice.
Infine invito tutti, a riflettere, ad
astenersi da giudizi affrettati nei confronti dell’uomo di mare. Il
Comandante va giudicato da veri uomini di mare per l’operato
tecnico, da quelli che sanno veramente e non da quelli che presumono
di sapere assisi dietro a comode scrivanie e pervasi da un mondo
burocrate e privo di contenuti essenziali.
Siamo addolorati infine, perché noi uomini
dello “shipping” ben comprendiamo il riflesso negativo economico che
una simile tragedia ha prodotto, in un particolare momento del paese
e ciò che ci preoccupa maggiormente è l’assoluta mancanza di una
voce che restituisca dignità a questo nostro settore.
Il Comandante Schettino è a casa, agli arresti
domiciliari.
Alla fine del processo probabilmente ritornerà
in carcere per scontare la giusta pena. Ma al momento ciò che ci
conforta è che il GIP ha ravvisato elementi a suo favore in
contrasto con tutte le accuse formulate con leggerezza ed emotività
dai “sapienti” e non.
Il Comandante Schettino appartiene ad un lembo
di terra del Sud che ha generato uomini di mare che hanno onorato la
marineria per professionalità, impegno e senso del dovere.
Ci auspichiamo, appunto per questo, che le
Associazioni di categoria facciano sentire forte la loro voce,
rivendicando con autorevolezza l’importante ruolo fin’ora svolto
dalla marineria italiana, nella storia e nell’economia nazionale.
Siamo solidali con questa terra ed i suoi
uomini e formuliamo al Comandante un invito a sopportare con dignità
l’errore commesso.
A.R.

FACEBOOK
TG TORREMARE
WEB CAMERA GE
YOU TUBE
TELE TORRE
Stampa questa pagina

|