RASSEGNA STAMPA - COMUNICATI
- NOTIZIE DI SPORT
MARITTIMI
Problematiche dei marittimi. Chi li
conosce realmente?
Non so perché in Italia, quando si
parla dei marittimi, lo si fa esclusivamente nei momenti o nei fatti
di cronaca. Vedi sequestro dei marittimi da parte dei pirati,
incidente sulla nave Concordia . Per quanto riguarda tutte le altre
problematiche non se ne parla mai. Le persone non sanno chi siamo
,che tipo di vita facciamo, si parla solo per pareri personali, per
sentito dire, senza conoscere realmente le difficoltà quotidiane che
ogni navigante è tenuto ad affrontare. Non voglio essere retorico,
ma vorrei ricordare a tutti coloro che pensano, che la vita dei
marittimi sia fatta di belle donne, guadagni astronomici, etc., che
non e’ cosi, ma e’ fatta di enormi sacrifici come lo stare lontano
dai propri cari, ritmi di lavoro stressanti (basta pensare che
quando si e’ a bordo non esiste un giorno di festa), riposo “forzato
tra vibrazioni , rumori e cattivo tempo, tipo di alimentazione:
fatta in gran parte con alimenti conservati, precarietà del lavoro,
impiego di personale extracomunitario che quotidianamente
sostituiscono gli italiani, il non riconoscimento dei benefici
inerenti all’esposizione all’amianto come ha ammesso, durante un
intervista, l’ex ministro della Marina Mercantile Burlando che
dichiarava: - e’ stata la più grande ingiustizia che hanno subito i
marittimi italiani. Basta pensare che questo riconoscimento è stato
dato ai spedizionieri , persone che a bordo venivano solo per
ritirare i documenti e che l’amianto non ne hanno sentito neanche
l’odore mentre i marittimi dormivano ,lavoravano, respiravano
l’amianto H24 e che è stato negato in quanto non ci sono coperture
finanziarie ,il non riconoscimento del lavoro usurante, su
quest’ultimo punto ci tengo a soffermarmi un attimino. Chi vi scrive
e’ un ufficiale che da 12 anni effettua un turno di guardia dalle
00:00 alle 04:00 e dalle 12:00 alle 16:00 piu’ il dovuto
straordinario per un periodo medio di 195 giorni l’anno (con reddito
lordo annuo di 27000 euro mentre un operatore ecologico ne guadagna
45000 euro con tutto rispetto per quest’ultimi) . Eppure la legge
recita cosi: Sono considerati lavoratori usuranti, i lavoratori
notturni come definiti all’art. 1, co. 2, lett. e, del D.Lgs.
66/2003, cioè qualsiasi lavoratore che durante il periodo notturno
(periodo di almeno sette ore consecutive comprendenti l’intervallo
tra la mezzanotte e le cinque del mattino) svolga almeno tre ore del
suo tempo di lavoro giornaliero impiegato in modo normale; ovvero
qualsiasi lavoratore che svolga durante il periodo notturno almeno
una parte del suo orario di lavoro secondo le norme definite dai
contratti collettivi di lavoro. In difetto di disciplina collettiva
è considerato lavoratore notturno qualsiasi lavoratore che svolga,
per almeno tre ore, lavoro notturno per un minimo di ottanta giorni
lavorativi all’anno; (N.B. la bozza di decreto legislativo del
ministero del Lavoro prevede solo 78 notti e benefici anche per chi
lavora almeno 64 notti l’anno), il sottoscritto pur svolgendo 195
giorni all’anno di lavoro notturno, non rientra nella categoria
usurante ,solo perché marittimo ,in quanto per i marittimi ci sono
delle deroghe che a mio avviso vanno in contrasto con quanto
stabilisce la costituzione, nell’articolo che parla dove non ci
devono essere discriminazioni tra i lavoratori. In Italia secondo il
mio parere non vi è una politica seria sui marittimi, in quanto la
maggior parte di quest’ultimi ,essendo precari ,ogni qualvolta che
sbarca viene licenziato. A casa per poter essere pagati si deve
ricorrere alla malattia o alla disoccupazione. Ricevono gli assegni
familiari e le detrazioni per lavoratore dipendente solo per il
periodo di imbarco, mentre nel restante periodo non hanno famiglia e
non ha diritto a detrazioni. Nei paesi nordici il marittimo per una
questione di par condicio effettua un periodo di imbarco di un mese
con un mese di riposo a casa sempre retribuito e avendo il libretto
imbarcato in modo tale che a fine carriera si trova con i contributi
per poter andare in pensione. In Italia se un marittimo effettua
questa professione per 40 anni facendo lo stesso periodo di imbarco
dei nordici si trova con 20 anni di contributi ed inoltre mi devono
spiegare con l’ultima riforma delle pensioni se un marittimo potrà
navigare fino a 70 anni. La cosa che desidererei e che qualche
trasmissione televisiva oltre a parlare quotidianamente
dell’incidente della nave Concordia parlasse delle problematiche
dei marittimi. Il problema e che li conoscono realmente? Se ne puoi
parlare veramente? Dobbiamo essere sempre considerati degli
“invisibili”? C.L.C Mario Collaro

FACEBOOK
TG TORREMARE
WEB CAMERA GE
YOU TUBE
TELE TORRE
Stampa questa pagina

|