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“IL CAPITALISMO” CONTINUA A RUBARE IL FUTURO ALL’INTERA UMANITA’.

BASTA! BASTA!

Lavoratori aderenti alle OO.SS. di base di CIB-Unicobas, FLMU-CUB e USB Università di Bari e al Coordinamento del terzo settore, l’Unione Inquilini di Bari, studenti, disoccupati, pensionati e soggetti sociali più deboli e discriminati, dicono basta alla precarizzazione e all’impoverimento generalizzato delle condizioni di vita e di lavoro, causate da un sistema sociale iniquo e criminale, “il capitalismo”. Un sistema da sempre basato sulle discriminazioni “democratiche” delle classi più deboli, che permette e giustifica l’accumulazione delle ricchezze per pochi privilegiati e premia e protegge i ladri e i parassiti di stato. Per questi “signori” il resto dell’umanità e solo un limone da spremere e da buttare via quando non serve più.

OGGI SCIOPERIAMO, ASSIEME AGLI ALTRI LAVORATORI E AGLI ALTRI SOGGETTI SOCIALI COLPITI DALLA CRISI CAPITALISTICA, NON A FIANCO DEI DIRIGENTI DELLA CGIL, MA PERCHE’ VOGLIAMO CON FORZA RICOSTRUIRE L’UNITA’ DEGLI SFRUTTATI, OLTRE QUALSIASI SIGLA, E NON SIAMO PIU’ DISPOSTI A FARE ALTRI SACRIFICI E AD ACCETTARE LA PACE SOCIALE PERSEGUITA DAI VERTICI CONFEDERALI.

LO SCIOPERO DEL 6 SETTEMBRE 2011 DEVE ESSERE L’INIZIO DI UNA LUNGA STAGIONE DI LOTTE NATE DAL BASSO PER RIAFFERMARE E CONQUISTARE UNA VITA DIGNITOSA PER TUTTI! BISOGNA CONTINUARE A LOTTARE PER CREARE UN PUNTO DI NON RITORNO DELLA CRISI CAPITALISTICA!

Ø  Basta con un “modello di produzione”, basato sulla sovrapproduzione di merci e sul consumismo, che ha dato l’illusione di produrre ricchezza e benessere generalizzato, soprattutto all’indomani della caduta del muro di Berlino, ma che in questo momento storico ha raggiunto i limiti del suo sviluppo e mette in crisi l’intero pianeta. “Un modello di rapina” che per accresce in modo ingordo le ricchezze di pochi ha anteposto la supremazia dell’economia e della finanza alla sopravvivenza e ai bisogni più elementari di miliardi di esseri umani.

In nome della salvaguardia di questo schifo, europeo e mondiale, non si esita a licenziare milioni di persone, a negare la risoluzione dei bisogni immediati e fondamentali (reddito, casa, sapere critico, assistenza sanitaria, ecc.), ad innescare guerre regionali per accaparrarsi le fonti energetiche a scapito delle popolazioni locali, ad adottare politiche securitarie e razziste per respingere le masse di immigrati in fuga dalle guerre e dalla povertà.  

Ø  In Italia, i governi di centro-destra e di centro-sinistra, con i sindacati concertativi CGIL-CISL-UIL-UGL, totalmente accondiscendenti e complici di questo modello iniquo, si sono assunti il compito di garantire la “pace-truffa sociale” e di far pagare i costi della crisi ai soggetti sociali più deboli e che hanno sempre pagato. Il rastrellamento di una massa ingente di ricchezza per ridurre il deficit pubblico, per oltre la metà causato da quasi 60 anni di malgoverno basato sul clientelismo, sugli sperperi, sul sistema delle tangenti e sull’evasione fiscale, viene fatto pagare soprattutto agli strati più poveri della società col blocco dei salari e dell’occupazione, con una forte pressione fiscale sui salari, l’accresciuta flessibilità e mobilità sul lavoro, con l’aumento di tariffe e tagli alla spesa pubblica, ulteriore privatizzazione di settori strategici dell’economia pubblica.

Le ricette prospettate dai governi di diverso colore non funzioneranno per molto tempo se proprio il paese più flessibile e privatizzato al mondo, gli Stati Uniti, quello in cui si garantiscono al massimo gli ingenti patrimoni individuali, è stato l’epicentro della crisi del sistema capitalistico globalizzato.

Ø  I “responsabili vertici” della CGIL non possono illudere ancora i lavoratori che con una sola giornata di sciopero si possa dare una risposta concreta ed efficace, mentre continuano a spingerli, autoritariamente, ad accettare la concertazione nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro.

 

Continuiamo unitariamente la mobilitazione, accompagnata da una discussione collettiva sulle prospettive future:

1) per il raggiungimento di obiettivi immediati: lotta alla disoccupazione, blocco dei licenziamenti, abolizione del precariato, riduzione dell’orario di lavoro, aumenti salariali e delle pensioni; sgravi fiscali, blocco dei mutui, servizi gratuiti e diritto all’abitazione per lavoratori e pensionati a basso reddito, precari ed immigrati; accoglienza dignitosa per gli immigrati e chiusura dei CIE; difesa dell’istruzione pubblica e accesso gratuito allo studio, difesa dell’ambiente e dei beni collettivi.

2) con forme di lotta tradizionali (sciopero, ecc.) e nuove forme di coinvolgimento e mobilitazione;

3) estendendo i momenti di autoorganizzazione sociale nei quartieri (comitati di quartiere) e rafforzando le strutture già esistenti come i centri sociali;

4) dando vita ad una serie di iniziative di solidarietà di classe che permettano di prefigurare un modello sociale alternativo (banchi di mutuo soccorso, ambulatori popolari, gruppi di acquisto solidali, iniziative culturali autogestite, ecc.).

 

Dopo la manifestazione Assemblea pubblica in piazza sui contenuti della nostra giornata e piattaforma di lotta.  

 


 

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                 05-09-2011

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