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SAVIN CAYLYN MANIFESTAZIONE A MONTECITORIO PER FAR SENTIRE IL GRIDO “LIBERI TUTTI”
Si è svolta ieri a Montecitorio la manifestazione per i 5 marittimi, di cui quattro di Procida, che dallo scorso 8 febbraio, sette mesi esatti ormai, sono nelle mani dei pirati somali. Corteo di particolare importanza durante il quale i numerosi procidani (all’incirca 500) giunti a Roma, fra i quali il sindaco dell’isola Vincenzo Capezzuto, più altre persone provenienti da Gaeta e Piano di Sorrento, al grido “Liberi tutti. Liberi adesso”, hanno riportato alle luci della cronaca la tragedia dei 5 marittimi, ultimamente caduta nell’oblio generale, riuscendo ad ottenere un incontro con Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; con il presidente della Camera, Fini e poi con i sottosegretari Scotti e Mantica.Già nel mese di agosto, complici l’estate e i turisti che da sempre affollano l’isola di Graziella in quel periodo, si erano svolte diverse dimostrazioni: 13 agosto, 3000 persone radunate nel porto di Marina Grande per chiedere al governo di risolvere il problema degli ostaggi a bordo della Savina Caylyn. 16 agosto: “corteo di barche”, organizzato dal comitato ‘Liberi subito’, intorno all’isola di Procida, mostrando drappi bianchi, per non dimenticare i marinai, lontani da troppo tempo. 20 agosto: corteo-fiaccolata, a cui hanno partecipato residenti e turisti, per le strade di Procida adornate con drappi e striscioni bianchi con la scritta “liberi subito”. La stessa scritta che da mesi ormai si trova fuori alle vetrine di ogni esercizio commerciale dell’isola, al fine di sensibilizzare sulla questione chiunque passi di lì, anche solo per un paio di giorni.Ma quella di ieri è stata, per così dire, decisiva. I procidani hanno infatti finalmente potuto incontrare personalmente le autorità del Governo. <<Bilancio positivo>>, conclude dopo l’incontro Capezzuto, che si dice sinceramente commosso per la sentita partecipazione dei suoi concittadini. Tuttavia, oltre alla solidarietà espressa dalla Presidenza del Consiglio e della Camera, non sono state rivelate molte informazioni, segno che il governo non ha ancora deciso di prendere la situazione in mano o, quanto meno, di come farlo.
<<Non manca nè la volontà nè la capacità di intervenire, ma ciò dipende dalla valutazione dei rischi per gli ostaggi>> ha sottolineato il ministro La Russa. Ma per gli ostaggi ora l’unico vero pericolo è rappresentato dal caldo, dalla fame e dallo stato di denutrizione in cui sono costretti da tanto tempo, troppo. Al punto da non poter più aspettare ulteriori dubbi o esitazioni su possibili interventi o meno del governo.
Pare che qualche mese fa fosse stato anche trovato un accordo, poi saltato perché i pirati non sono un gruppo omogeneo e al litigio su chi dovesse spartirsi la somma di denaro è seguita una sparatoria che ha mandato a monte tutto. Intanto la richiesta di soldi continua e l’ammontare della cifra cresce di mese in mese. Così come cresce l’angoscia delle famiglie per la sorte dei loro mariti o figli prigionieri di gruppi di corsari, spesso molto giovani, armati fino al collo.http://www.levanteonline.net

 

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                 08-09-2011

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