Le considerazioni del
presidente dimissionario di CA.MA.dI.
(Capitani Marittimi d’Italia)
Questo è stato l’ultimo provvedimento emanato qualche giorno fa
quasi alla scadenza automatica della custodia cautelare preventiva
alla quale era stato sottoposto dopo qualche settimana di detenzione
in carcere, agli arresti domiciliari, dalla procura di Grosseto, il
Comandante Francesco Schettino.
Tutte le televisioni pubbliche e private, nel riportare le vicende
attribuite a Schettino, hanno mostrato permanentemente e mostrano
ancora la sua figura che scende dal posteriore di un
furgone-cellulare, con le mani giunte dalle manette nascoste da un
indumento, circondato da un consistente nucleo di guardie
carcerarie. Purtroppo chi non è del mestiere, guardando lo
“spezzone” di filmato ripetuto per migliaia di volte al mese,
associa l’immagine del Comandante, al peggiore e più pericoloso dei
delinquenti. Una specie di mafioso “storico”.-
La devastazione degli effetti prodotti sui “media” ha dato vita ed
ha fatto esprimere concetti di ogni tipo su Schettino a centinaia di
milioni di abitanti del pianeta di ogni razza e lingua. Le
Televisioni hanno riportato per lunghi mesi numerosi talk-show, a
tutte le ore. Io ricordo in particolare l’anziana presentatrice
della rete nazionale che da gennaio a maggio scorso in quasi tutti i
pomeriggi, in lunghe trasmissioni è riuscita a mettere insieme il
più alto numero di pusillanimi che hanno riempito di gratuite
stupidaggini i noiosi pomeriggi degli italiani.
Per una vicenda diversa, ho avuto modo di conoscere personalmente
l’etica del Comandante Schettino e di sua moglie, sempre attaccata a
lui. Dalla mia frequenza nella penisola sorrentina, ho raccolto per
lui tanta stima professionale ed io stesso penso che non si possa
essere Comandante di una nave di quella importanza e bellezza non
senza i dovuti requisiti e capacità.
Ho anche reagito istantaneamente all’evento nella conferenza di
Messina del 15 gennaio scorso, indetta per una triste ricorrenza del
mare e, successivamente al mio rientro in sede, con una denuncia
gerarchica rivolta contro la sopraffazione meschina praticata da un
incompetente, inopportuno e dannoso ufficiale della Capitaneria di
Porto di Livorno contro le attività di salvamento che aveva messo in
essere il Comandante Schettino.
Le umiliazioni riversate con “gratuito imperio” dall’ufficiale di
Livorno non hanno fatto altro che aggravare il collassato equilibrio
psichico del Comandante, invaso e compromesso dai “fessi” che lo
circondavano a bordo in uno col marasma di un panico generale. In
pochi minuti le stupidaggini dette dall’Ufficiale di Livorno,
catturate opportunamente da una stampa inquietante, hanno fatto il
giro del mondo e la derisione ha devastato la più importante e
sacrificata categoria di lavoratori italiani. Con ogni rispetto e
dolore per le vittime dell’evento i cui familiari attendono che
venga fatta giustizia, con tutto il possibile dissenso che mi sento
di esprimere contro la leggerezza professionale, sicuramente
addebitata a Schettino in quanto Comandante della nave, mi chiedo le
ragioni per le quali l’Autorità Marittima Livornese ha abbandonato
in totale passività le sorti del Comandante Schettino, direttamente
ad una incompetente Procura penale rispetto al disastro marittimo,
oggetto dell’inchiesta.
Ma l’Autorità Marittima non è quella che ha preteso, in osservanza
del codice della navigazione, dai Comandanti di Navi Italiane, il
giuramento preventivo di fedeltà al momento della messa in servizio
del lavoratore ?
Ma l’A.M. e la stessa Procura ricordano l’imperio del Comandante di
Navi ?
La Sua Rappresentanza rispetto alle leggi della Repubblica, alla
funzione di Capo della Spedizione, a quella di Stato Civile, nonché
la rappresentanza dell’Armatore ?
La Procura grossetana farebbe bene a spiegare a mio giudizio le
ragioni di una così incosciente, lunga e devastante custodia
cautelare preventiva che ha farcito di recente con l’”obbligo di
dimora”.
Una grande vergogna tutta italiana !!!