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MARITTIMI
I PASSEGGERI DELLO SHARDEN DANNO
LA LORO VERSIONE DEI FATTI. "IL COMANDANTE HA SBAGLIATO LA MANOVRA"
OLBIA. I passeggeri della Sharden
danno la loro versione dei fatti «Ha sbagliato manovra» Odissea
Tirrenia, comandante sotto accusa . Deve ancora albeggiare, quando
il j'accuse prende forma. Nel mirino il comandante della Sharden, il
traghetto Tirrenia che a Olbia non ha mai attraccato. Perché venerdì
notte la nave si è “sbucciata” il fianco sinistro su una banchina di
Civitavecchia. Trenta metri di squarcio. «Colpa del vento», è la
versione ufficiale. Ma i 212 passeggeri, costretti a uno sbarco da
incubo, la raccontano diversamente. L'ALTRA VERITÀ Lo chiamano «lo
Schettino della Tirrenia». E, più o meno, lo trattano allo stesso
modo. Sono le 6,30, quando in dieci si ritrovano al caldo della
stazione marittima, lì dove sarebbe dovuti arrivare sabato, non
ieri. «Ma quale vento d'Egitto - dice Michele Laconi , di Ozieri -.
Io ero sul ponte e ho visto tutto: il comandante è rimasto attaccato
al molo, sino a finirci sopra». LA RABBIA Sono tutti d'accordo, i
passeggeri dello Sharden. Tanto che ognuno aggiunge un frammento di
odissea. «Se fosse stato il vento a causare l'urto - spiega Mauro
Pini , un fiorentino che vive a Valledoria -, un analogo incidente
sarebbe capitato alle altre navi. Ma così non è stato». Simone Sechi
, quartese, tira in ballo lo squarcio: «Non sono trenta metri, ma
una cinquantina. Basta vedere le foto e considerare che ogni
scialuppa ne misura nove. Da lì si capisce quanto sia lungo il
taglio». Giovanni Motzo , di Cagliari, fa una seconda correzione:
«Non è vero che la nave si sia aperta sopra la linea di
galleggiamento, ma a filo con l'acqua». LA DELUSIONE Di certo,
continuano ad affiorare dettagli e particolari sullo sbarco dallo
Sharden e poi il sabato passato nei saloni della Nuraghes, in attesa
di recuperare auto e camion. «Al buio - racconta Marcello Virgili ,
di Assemini - ci hanno fatto passare su due pedane in legno, quelle
da supermercato, una soluzione di fortuna». Così Nicola Pinducciu ,
di Arzachena: «Ci hanno offerto un pasto di serie B». Più l'acqua.
«Perché se ci avessero regalato una birra», gli fa eco Giorgio
Ollargiu , cagliaritano con casa a Nettuno, «alla Tirrenia sarebbe
costato troppo». I CAMIONISTI Clarissa Secci è la fidanzata di
Andrea Murru , un autotrasportatore di Lotzorai. Lei in tasca ha
ancora il sale che «ci ha dato il comandante della Nuraghes, l'unico
gentile». Perché chi vive dai camion si sente sotto scacco. «Da
Arbatax - dicono i Tegas di Perdasdefogu, Salvatore il padre e
Sergio il figlio - la Tirrenia ci obbliga a partire il sabato. Ma la
domenica non possiamo viaggiare in autostrada, quindi restiamo
inutilmente buttati a Civitavecchia. Così non possiamo andare
avanti».

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