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MARITTIMI
L’ODISSEA DEGLI ISOLANI RIMASTI
SULLA TERRAFERMA E LE RESPONSABILITA’ POLITICHE
In merito all'articolo del Golfo -
venerdì, 03 febbraio 2012 "L'Odissea degli isolani rimasti sulla
terraferma <così la Caremar ci ha umiliati>, mi sia consentito – in
prosieguo dell’ottimo articolo del sig. Garzia, sul Golfo di
domenica 6, aggiungere ulteriori spunti di riflessione. Per la
risoluzione dell’ANNOSO problema, chi scrive ha dato non poco
di personale, in termini di impegno morale, sociale ed economico,
sia come isolano che come lavoratore, con l’impegno sindacale e come
appartenente all’Associazione AUTMARE del prof. Nicola Lamonica il
quale, probabilmente, potrà anche non condividere quanto vado a
scrivere. Poiché io c’ero, ci sono stato e ci sono, al contrario di
altri – anche amministratori pubblici – al fine di risolvere in
qualche modo il problema, al di là ovviamente di tutta la
comprensione possibile verso il disagio dei pendolari coinvolti,
come pure di talune intemperanze fuori luogo, trovo scandalose certe
esternazioni di certi personaggi che riassumono la responsabilità
di associazionismo vario o addirittura della cosa pubblica.
Dov’erano questi personaggi quando in perfetta solitudine l’AUTMARE
ed i suoi adepti, anche con sovraesposizione personale,
organizzavano manifestazioni, ricorsi nelle sedi istituzionali,
blocchi dei porti (vedi la chiusura del porto di Capri riconducibile
all’AUTMARE e supportata dai sindaci in fascia tricolore), al fine
prima lo spostamento navi a Porta di Massa e via via per la
ottimizzazione prima delle vie di collegamento e ancora per offrire
un minimo di accoglienza nei porti dei vari scali partenopei? La
responsabilità dell’attuale generale degrado è riconducibile per lo
più all’assenza quasi rituale – salvo qualche sporadica eccezione -
dai tavoli di concertazione degli amministratori e politici e
dell’associazionismo più vario, ma anche delle forze imprenditoriali
(in perenne ritiro sull’Aventino) e degli stessi cittadini/utenti
che si ricordano del problema solo quando tocca personalmente! Per
le tante e diffuse – sia pure gradate – responsabilità, ognuno
facesse il proprio mea culpa e si limitasse a condannare le
“effettive” responsabilità che pure possono esserci, ma non ad
offendere il lavoro altrui con il modismo, ormai giornaliero, di
“dagli all’untore”. Nello specifico dello spiacevole episodio, a
tutela dei lavoratori di ogni ordine e grado del settore (quando
meritano), mi corre l’obbligo di rappresentare i fatti nei modi
reali. Nel giorno di causa, alcuni comandanti dei traghetti della
CAREMAR e MEDMAR, hanno sospeso le corse per avverse condizioni
meteo. L'unico traghetto che per l'intera giornata ha assicurato i
collegamenti marittimi è stata proprio la M/N "ADEONA" della CAREMAR,
pietra dell’asserito scandalo. Infatti, la M/N "ADEONA" è partita da
Ischia in ritardo dovuto alle avverse condizioni meteo e le
prolungate o/c di sbarco/imbarco. A seguito di questi inconvenienti,
la M/N "ADEONA" giunge a Napoli verso le 21.45. Dopo le o/c di
sbarco, verso le ore 22.00, gli agenti della Polizia di Stato si
sono recati a bordo per informare il comandante che un gruppo di
circa 30 passeggeri voleva essere ospitato a bordo per la notte, in
quanto la partenza del traghetto delle ore 21.55, non veniva
effettuata. Il comandante, preso atto di quanto riferito dagli
agenti della Polizia di Stato, in loro presenza, a mezzo
utenza mobile contatta il responsabile alla Sicurezza della Società
armatrice, per metterlo a conoscenza ed avere una risposta da dare
agli agenti della Polizia. Il responsabile della Società riferisce
che per motivi di sicurezza, non è possibile ospitare a bordo
passeggeri. In merito a tale inconveniente, per una maggiore
comprensione dei fatti, va osservato che il comandante della nave
non ha alcun potere decisionale a poter ospitare passeggeri a bordo
( con nave in sosta notturna, con il solo servizio di guardia
veglia), esso spetta in modo prevalente al responsabile della
Società armatrice. Chi si assume la responsabilità per eventuali
danni a passeggeri presenti a bordo durante la sosta notturna?
Inoltre, se nell'area portuale di calata Porta di Massa vi è un
servizio di Port Security, come è stato possibile che passeggeri
sprovvisti di titolo di viaggio, con nave in sosta notturna,
raggiungessero la rampa d'imbarco della nave?
Infine, per motivi di Ship security, specialmente con nave in sosta
notturna ( con servizio di guardia veglia), nessuno può essere
ospitato a bordo. Anche con parere favorevole da parte del
responsabile alla sicurezza della società armatrice, ai sensi di
legge i passeggeri ospitati a bordo devono essere controllati,
identificati e guardati a vista. La responsabilità sofferta dai
passeggeri, più che dai vertici della Caremar, è stata causata dalle
carenti strutture e dal servizio discontinuo della sala d'attesa
inidonea ad ospitare i passeggeri in sosta, e dove addirittura
mancano sedie e poltrone. Di queste deficienze, ripeto, ritengo però
che abbiano pesanti responsabilità anche tanti che hanno parlato
solo a vanvera. Cap.s.m. Umberto Maltese

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