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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 665 di giovedì 12 luglio 2012

 

(Chiarimenti in merito al processo di privatizzazione delle aziende Tirrenia Spa e Siremar Spa in amministrazione straordinaria - n. 2-01590)

PRESIDENTE. L'onorevole Laboccetta ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01590, concernente chiarimenti in merito al processo di privatizzazione delle aziende Tirrenia Spa e Siremar Spa in amministrazione straordinaria.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, non me ne vorrà: ella ha la delega ai beni culturali. Io oggi non mi aspettavo certamente in Aula il neo Ministro dell'economia e delle finanze e neanche Pag. 48il Ministro Passera, ma almeno il Ministro con la competenza specifica; evidentemente, erano tutti molto impegnati.
Vorrei illustrare brevemente questa interpellanza urgente, firmata da molti colleghi autorevolissimi, e vorrei ricordare all'Assemblea che la Tirrenia è la più grande azienda di cabotaggio italiano, che utilizza marittimi provenienti dalle aree svantaggiate del Mezzogiorno d'Italia (la Campania, la Sicilia e la Sardegna) e collega tutte le maggiori isole italiane.
In virtù della convenzione pluriennale, ha sempre applicato tariffe preferenziali per gli abitanti delle isole e per i turisti, ma un'insana gestione non le ha permesso di sopravvivere, nonostante i congrui contributi concessi dallo Stato italiano, mettendo così a rischio migliaia di posti di lavoro, professionisti del mare che hanno portato l'azienda ad essere una delle flotte più importanti ed apprezzate del Mediterraneo.
Fallita la prima gara, sulla quale spero che il Governo vorrà fornire qualche seria spiegazione, si è andati avanti.
Nel novembre del 2010 il commissario dell'amministrazione straordinaria ha bandito una nuova gara per la ricerca di imprenditori interessati al rilievo del ramo di azienda di Tirrenia di Navigazione in amministrazione straordinaria, preposta all'erogazione del servizio di collegamento di cui al regime convenzionale operato dalla stessa Tirrenia di Navigazione Spa. Le regole per la partecipazione vennero illustrate e precisate nella lettera dell'advisor Rothschild in data 10 novembre 2010 con espresso richiamo alla normativa dettata in proposito dalla legge n. 39 del 2004, cosiddetta Marzano, che ha convertito il decreto-legge n. 347 del 2003. In particolare, fu stabilito che l'offerta vincolante sarebbe stata distinta in due parti: la prima contenente l'indicazione della cordata, ovvero delle componenti della società offerente, nonché il piano industriale, e la seconda contenente il prezzo offerto, quest'ultima però differita a dopo febbraio 2011 perché, all'epoca, ancora non era stata depositata la perizia valutativa affidata dal Ministero dell'economia e delle finanze a Banca Profilo. Ho qui la perizia.
Detto ciò, noi interpellanti vorremmo conoscere il motivo per il quale è stato consentito di variare le componenti della compagine sociale di Cin Spa, prescelta come cessionaria del ramo di azienda di Tirrenia, nonostante le regole prevedessero l'immodificabilità, nella fase successiva alla presentazione, dell'offerta vincolante definitiva. Ovviamente tale anomalia ha fortemente danneggiato - e il Governo dovrà capirlo e riconoscerlo - altri concorrenti che certamente, se facoltizzati ad ampliare la propria compagine, avrebbero ben potuto proseguire nella gara.
Vorremmo poi sapere molte altre cose. Per esempio, come sono stati scelti i soci in sostituzione del gruppo Aponte e del gruppo Grimaldi che, per ragioni poste dall'Antitrust, sono stati costretti ad uscire dalla compagine Cin Spa. Si è trattato di candidature presentate autonomamente o sono state sollecitate? In quale sede? Come mai non si è proceduto ad invitare chi, in data 2 giugno, come sostenuto dal quotidiano Il Sole 24 Ore - ho qui una copia -, si era proposto alla cordata, ma poi è stato scartato senza alcuna ragione? Per non parlare poi della cosa più importante, ossia delle regioni Sicilia e Sardegna che da sempre ne hanno fatto richiesta. Queste, mantenendo la forma privatistica della gestione imprenditoriale, avrebbero assunto l'insostituibile funzione di vigilare sulla razionalizzazione e fruibilità dei servizi per i propri abitanti e per i flussi turistici che costituiscono la voce principale per lo sviluppo economico delle due isole.
Preoccupanti sono le considerazioni della Confapi trasporti, per voce del suo presidente Fuochi, riguardo al monopolio che si potrebbe creare sulle rotte. Né vale l'assunto che l'Antitrust abbia chiesto alla Moby Lines Spa la riduzione di alcune attività per permettere l'ingresso di altri operatori, in quanto ciò si tradurrebbe in un vantaggio per il monopolio diventato privato e in uno svantaggio per le popolazioni sarde in particolare che si troverebbero Pag. 49ad avere un'offerta inferiore a quella attuale. Né ci rassicura, signor sottosegretario - ma rafforza la nostra preoccupazione riguardo al monopolio, confermata anche dalle piccole e medie imprese, per esempio da un documento recente della Confapi trasporti -, il comunicato dei sindacati marittimi che conferma il noleggio di due unità della Minoan Lines che appartengono al gruppo Grimaldi. Piuttosto ci lascia perplessi. Il gruppo è uscito dalla porta per rientrare dalla finestra? L'Antitrust europeo, che ha bloccato l'operazione, ne è a conoscenza, è d'accordo con questo? Tutto questo va chiarito anche per evitare ulteriori problemi con l'Europa.
Passiamo ad esaminare la parte economica che forse, signor sottosegretario, è la più interessante. La Banca Profilo, in data 8 marzo 2011, ha determinato che il valore del compendio aziendale messo a gara non fosse inferiore a 380 milioni di euro. Come è possibile consentire, così come si legge da autorevoli organi di stampa - cito sempre il quotidiano Il Sole 24 Ore - che il prezzo della cessione sia oggi inferiore a quello minimo previsto per legge?
Se l'amministratore delegato della CIN conferma alle banche che il valore della flotta non è inferiore a 380 milioni, come mai richiede uno sconto?
Come è possibile concedere dilazioni di pagamento, senza interessi a carico e senza adeguate garanzie fideiussorie? Noi ce lo chiediamo, proprio noi parlamentari. Infatti, vorrei ricordare, soprattutto ai colleghi, che solo perché una banca applicava ai parlamentari un tasso leggermente più basso di quello corrente, la stampa nazionale si è scatenata contro la casta. Io mi auguro che da oggi la stampa vorrà approfondire anche i temi di cui ci stiamo occupando.
Come si fa ad ottenere un prestito senza interessi per ben otto anni? Chi deve vigilare su questo? A mio parere il Parlamento, anche se, come è noto, vi sono altri organismi che dovrebbero vigilare e spero lo facciano.
Come mai è stato consentito di porre in vendita il solo ramo di azienda composto dalle navi, dalle rotte e dal personale, ma sprovvisto degli immobili funzionali all'organizzazione ed alla logistica, allontanando così dalla possibile partecipazione soggetti non attrezzati per supplire con proprie strutture alle incomprensibili carenze logistiche e organizzative?
Signor sottosegretario, io sono napoletano e ricordo il palazzo di Rione Sirignano, dove si trova attualmente la Tirrenia Spa, che verrà messo a disposizione della società vincitrice della gara e poi venduto con un'altra gara.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Laboccetta.

AMEDEO LABOCCETTA. È stata questa una decisione utile per avere il maggiore vantaggio economico? È questa un'altra domanda.
Si sa che, se un immobile ha un reddito di affitto, ha un valore; se non lo ha, come sembrerebbe dal fatto che la Tirrenia trasloca, ne avrà certamente uno inferiore.
Sempre dal Il Sole 24 ore del 10 luglio 2012 leggo che la cordata CIN ha chiesto un ulteriore sconto di 50-60 milioni per non ben precisate ragioni, senza che la legge lo preveda. Vorrei ricordare a tutti che lo Stato si impegna ad elargire in questa vicenda 72 milioni annui per otto anni, pari a circa 570 milioni di contributi: è un regalo che altre aziende, se lo sognano!
Insomma, questo Parlamento vuole capire, signor rappresentante del Governo, se non siano nuovamente i contribuenti a pagare con le tasse errori che persone poco attente potrebbero commettere nel vendere un patrimonio pubblico, che riguarda il lavoro di tanti marittimi, molti dei quali meridionali.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Laboccetta.

AMEDEO LABOCCETTA. A noi interessa, in una fase come questa, che tutto si svolga nella massima trasparenza e, Pag. 50soprattutto, vogliamo salvaguardare il lavoro di tutti quei marittimi, che hanno fatto grande la Tirrenia Spa e che oggi vivono un momento di notevole difficoltà.

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Roberto Cecchi, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CECCHI, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, con l'interpellanza urgente Laboccetta n. 2-01590 l'onorevole Laboccetta ed altri pongono quesiti in ordine alle aziende di servizio marittimo (ex Tirrenia) privatizzate.
Al riguardo, occorre premettere che con decreto-legge n. 135 del 2009, convertito nella legge n. 166 del 2009, le società Saremar, Caremar, Laziomar e Toremar sono state trasferite a titolo gratuito alle regioni, rispettivamente Sardegna, Campania, Lazio e Toscana.
Conseguentemente le procedure di privatizzazione delle predette società rientrano nell'esclusiva responsabilità delle competenti regioni. Per quanto riguarda le società Tirrenia e Siremar, si fa presente che, fino all'agosto del 2010, la procedura di privatizzazione del gruppo Tirrenia è stata definita ed espletata dalla controllante Fintecna, nei termini concordati con le competenti autorità comunitarie.
In conseguenza della decisione di Fintecna di non poter accogliere la proposta di acquisto, formulata nell'estate del 2010, dalla Società Mediterranea Holding di Navigazione Spa e, conseguentemente, constatata l'impossibilità di perfezionare la privatizzazione, le società Tirrenia e Siremar, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 agosto 2010 e con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 17 settembre 2010, sono state ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge n. 347 del 2003 convertito in legge n. 39 del 2004.
Da tale data la gestione dell'impresa e l'amministrazione dei beni delle due società, così come la cessione del complesso aziendale, sono state affidate ad un Commissario straordinario che ne ha l'esclusiva responsabilità. Sulla questione il Ministero dello sviluppo economico ha comunicato che la Tirrenia navigazione Spa è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi del citato decreto legge n. 347 del 2003, e in detto ambito in data 5 agosto 2010 è stato nominato Commissario straordinario il dottor Giancarlo D'Andrea. Il tribunale di Roma ne ha dichiarato lo stato di insolvenza in data 12 agosto 2010. Successivamente, in data 15 settembre 2010, è stato pubblicato sui principali quotidiani nazionali ed esteri un invito a manifestare interesse all'acquisto degli assets di Tirrenia. All'esito della procedura selettiva avviata, con provvedimento adottato in data 23 maggio 2011, il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato il Commissario ad accettare l'unica offerta pervenuta per l'acquisto del complesso aziendale da parte della Compagnia italiana navigazione: una cordata composta da tre tra i maggiori operatori del settore, ed in particolare Moby, Grandi navi veloci e Grimaldi. L'offerta prevede, oltre all'assorbimento dell'intero livello occupazionale della società, un corrispettivo di 380,1 milioni di euro, pari al valore di perizia da corrispondersi quanto ad euro 200 milioni al closing ed il resto in tre rate.
In data 25 luglio 2011 è stato stipulato il contratto di cessione dei complessi aziendali la cui efficacia è stata espressamente condizionata al rilascio del nulla osta da parte dell'Autorità Antitrust. La Compagnia italiana navigazione (CIN) ha notificato l'operazione alla Direzione generale concorrenza presso la Commissione europea (la Commissione UE) la quale con decisione del 18 gennaio 2012 ha evidenziato la necessità di adottare misure strutturali da parte della società acquirente, manifestando dubbi sull'impatto concorrenziale dell'operazione in ragione delle quote elevate che le società della cordata sarebbe sarebbero venute a detenere su alcune rotte interessate.
Sul presupposto della disponibilità manifesta dalla Compagnia italiana navigazione di adottare misure strutturali al fine Pag. 51di superare le criticità in tema di concorrenza, anche attraverso la modifica della compagine societaria, il Commissario è stato autorizzato a concedere una proroga dei termini di efficacia del contratto per il periodo di 90 giorni a decorrere dal 21 marzo 2012. La società acquirente quindi ha provveduto alla modifica della compagine sociale in data 17 aprile 2012 mediante la sottoscrizione di un contratto di cessione di quote. In particolare, la nuova compagine è composta da Moby (40 per cento), dal fondo di investimento Clessidra (35 per cento), e con una partecipazione minoritaria da due operatori del settore marittimo. Si tratta di una modifica sostanziale della compagine sociale mediante la fuoruscita di due dei tre soci riducendo la quota di mercato e garantendo la presenza di altri concorrenti indipendenti. La Commissione UE di conseguenza ha chiuso in data 27 aprile 2012 il relativo procedimento antitrust e la società acquirente ha provveduto a notificare l'operazione in questione all'Autorità Antitrust italiana competente a decidere sulla base della soglia di fatturato della nuova compagine sociale.
In data 21 giugno 2012 infine l'Agcom ha chiuso positivamente l'istruttoria sull'operazione, condizionando il nulla osta al rispetto degli impegni proposti dalla stessa Compagnia italiana navigazione. La società acquirente ha intanto ottenuto le deliberazioni bancarie necessarie al perfezionamento dell'operazione secondo la nuova configurazione dell'assetto societario, e si è dichiarata disponibile a finalizzare l'acquisto alle condizioni a suo tempo pattuite, chiedendo una parziale modifica delle modalità di pagamento del corrispettivo in considerazione dell'incidenza sul suo business plan delle prescrizioni contenute nella decisione dell'Antitrust. Al momento si è in attesa di conoscere l'esito delle verifiche in corso tra le parti. Con riferimento a quanto rappresentato nell'interpellanza in merito all'asserita posizione di monopolio che si verrebbe a creare per effetto della cessione alla Compagnia italiana navigazione il Ministero dello sviluppo economico ha precisato che l'Autorità antitrust italiana si è espressa favorevolmente in merito all'operazione di cessione di Tirrenia, imponendo una serie di prescrizioni volte a superare i profili di criticità rilevati sotto il profilo concorrenziale.
Giova precisare che la valutazione di eventuali situazioni di monopolio o, comunque, di concentrazione nei settori produttivi è sottratta al Governo e all'amministrazione attiva, essendo istituzionalmente riservata all'autorità indipendente. Quanto all'asserita minore vantaggiosità dell'offerta della Compagnia Italiana Navigazione rispetto ad altra offerta presentata dalla società Mediterranea Holding, prima della sottoposizione della società ad amministrazione straordinaria, il Ministero dello Sviluppo Economico ha fatto presente che l'unica offerta presentata in esito al bando di gara è stata quella della Compagnia Italiana Navigazione e che la stessa è stata formulata per un valore in linea con la perizia redatta da un valutatore indipendente. Circa la mancata aggiudicazione alla società Mediterranea Holding, prima dell'apertura della procedura di amministrazione straordinaria, di cui si fa cenno nell'interpellanza, si fa presente che, nell'ambito del procedimento di privatizzazione avviato dall'azionista Fintecna nel corso del 2010, la vendita non si è concretizzata in quanto il potenziale acquirente, Mediterranea Holding, non ha raggiunto, come richiesto dalla lexspecialis di gara, gli accordi finanziari indispensabili per la definizione delle posizioni debitorie nei confronti del sistema bancario e per l'attuazione del piano industriale. La stessa società ha manifestato interesse nell'ambito del nuovo procedimento di vendita avviato dal commissario straordinario, ma si è poi ritirata dal procedimento di gara.
Per quanto concerne la Siremar, con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, in data 17 settembre 2010, la procedura di amministrazione straordinaria è stata estesa alla Siremar, Sicilia Regionale Marittima Spa, interamente controllata dalla società Tirrenia, ed è stato nominato commissario straordinario Pag. 52il dott. Giancarlo D'Andrea. Con sentenza in data 5 ottobre 2010, il tribunale di Roma ne ha dichiarato lo stato di insolvenza. All'esito della procedura selettiva svolta, sono pervenute offerte di acquisto da parte di due cordate: la Società Siciliana Navigazione, composta da Caronte ed Ustica Lines e la Compagnia delle Isole, composta da Mediterranea Holding Navigazione Spa, società veicolo controllata di fatto dalla regione Sicilia, che ne detiene il pacchetto di maggioranza relativa. Il capitale residuo è detenuto da altri cinque soci, tra i quali Lauro Spa ed altri armatori minori.
A seguito dell'ultimo invito a presentare offerte d'acquisto trasmesso dalla gestione commissariale, al fine del perseguimento della finalità di massimo realizzo nell'interesse dei creditori, l'offerta economicamente più vantaggiosa è risultata essere quella presentata da Compagnia delle Isole, che prevede un prezzo, superiore al valore di perizia (55 milioni di euro) di 69,15 milioni di euro, di cui 34,6 milioni di euro al closing ed il residuo dilazionato entro 96 mesi dal trasferimento. Con provvedimento in data 14 ottobre 2011, il commissario straordinario è stato quindi autorizzato ad accettare l'offerta presentata dalla Compagnia delle Isole ed il relativo contratto di cessione è stato stipulato il successivo 20 ottobre. Il provvedimento di aggiudicazione è stato, tuttavia, impugnato dinanzi al TAR Lazio dall'altra partecipante alla procedura selettiva. Con sentenza in data 7 giugno 2012, il TAR Lazio ha parzialmente accolto il ricorso presentato dalla Società Siciliana Navigazione, annullando gli atti di gara a decorrere dall'ultimo invito a presentare offerte vincolanti. La decisione del TAR è stata a sua volta impugnata dalla Compagnia delle Isole.
La camera di consiglio per la discussione dell'istanza di sospensione cautelare è fissata per il prossimo 17 luglio.
Con riferimento ai collegamenti marittimi nell'arcipelago toscano da parte della società Moby Lines Spa, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha comunicato quanto segue: la società Moby Lines Spa è aggiudicataria della procedura concorrenziale per la privatizzazione della società di navigazione marittima pubblica To.Re.Mar (Toscana Regionale Marittima), indetta e portata a completamento dalla regione Toscana, ai sensi dell'articolo 19-ter della legge n. 166 del 2009.
Tale aggiudicazione ha avuto il necessario via libera da parte dell'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, la quale, con delibera del 19 luglio 2011, ha autorizzato l'acquisizione di Toremar da parte di Moby, vincolando la propria autorizzazione al rispetto di una serie di misure volte a favorire lo sviluppo della concorrenza sulle rotte per l'Isola d'Elba.
Le misure sono state volte a superare le barriere all'entrata esistenti nelle rotte per l'Isola d'Elba, dovute al limitato numero di approdi/partenze effettuabili dal porto di Piombino verso l'Elba e, in particolare, verso Portoferraio, permettendo l'entrata di uno o più concorrenti alla dimensione minima efficiente, tenuto conto degli slot attualmente resi disponibili ai concorrenti di Moby e Toremar dall'autorità portuale di Piombino. L'obiettivo è quello di offrire servizi di trasporto passeggeri e veicoli sulla Piombino-Portoferraio, in particolare nel periodo estivo, economicamente e commercialmente validi.
Secondo l'Antitrust le misure elencate sono adeguate e proporzionate ad assicurare uno sviluppo concorrenziale nei mercati del trasporto di passeggeri e merci da e per l'Elba e a scongiurare un possibile abuso di posizione dominante da parte di Moby. In seguito all'introduzione di tali misure, infatti, la quota di slot assegnati a Moby e Toremar passerà dall'80 per cento al 66 per cento, mentre quella della sola Moby dal 39 per cento al 24 per cento circa.

PRESIDENTE. L'onorevole Laboccetta ha facoltà di replicare.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, le chiedo scusa, ruberò anch'io qualche minuto, così come ha fatto il rappresentante del Governo.
Signor rappresentante del Governo, la risposta che abbiamo ascoltato non mi ha Pag. 53soddisfatto, ma adesso la studieremo con molta attenzione, perché metteremo ai raggi «X» ogni frase che abbiamo qui ascoltato. La legge del 1o ottobre 2010, n. 163, di conversione del decreto-legge 5 agosto 2010, n. 125, recante misure urgenti per il settore dei trasporti, a firma del Governo Berlusconi, ha stabilito che il commissario straordinario è obbligato a seguire una procedura competitiva trasparente e non discriminatoria per la cessione di Tirrenia. A me pare che tutto ciò non sia avvenuto. Vi sono ancora tante anomalie che vanno chiarite. Cominciamo.
Cominciamo dal prezzo che si dovrà pagare, dalle modalità di pagamento, dalle garanzie di finanziamento bancario, dalle banche che partecipano all'operazione e, in ultimo - anche se non ultimo per importanza - dal legame tra Clessidra, che detiene una forte partecipazione in Moby, e Moby stessa, per il loro conflitto di interesse e, soprattutto, per la scelta dei nuovi soci. Tale scelta è avvenuta - adesso lo dico ancora più chiaramente - con una procedura, dal mio punto di vista, non trasparente. Le preoccupazioni di Confapi trasporti che ho letto oggi, sono le nostre stesse preoccupazioni.
Inoltre, se dovesse risultare vero, come voci sempre più insistenti sostengono, che il prezzo per l'operazione sarebbe inferiore ai 380 milioni di euro, a fronte del valore che lo stesso amministratore di Cin ha sbandierato essere di oltre 450 milioni di euro, allora saremmo in presenza di un'operazione pesantemente opaca. Questo valore verrebbe pagato con 135 milioni di euro al closing - quindi, alla chiusura dell'operazione -, 55 milioni al quarto anno, 60 milioni al sesto anno e 65 milioni all'ottavo anno. La parte differita, pari a 180 milioni di euro, verrebbe finanziata a tasso zero da Tirrenia, senza alcuna garanzia in cambio. Anzi, la garanzia viene concessa dallo Stato con la firma della convenzione, assicurando alla nuova compagnia 72 milioni di euro annui per otto anni.
Gli accordi parasociali tra Clessidra, Moby e i due nuovi soci, mi pare siano Negri di Livorno e Izzo nel settore allestimenti navali di Napoli, in una posizione di larga minoranza, non assicurano, poi, una adeguata concorrenza nel settore. Ciò in particolare per la Sardegna, per la forte pressione, evidentemente autonoma, di Moby. In particolare, i marittimi appartenenti sia alla Tirrenia che alla stessa Moby potrebbero anche rischiare il loro posto di lavoro ed è questa la nostra vera e forte preoccupazione. So che in queste ore anche le organizzazioni sindacali stanno approfondendo la situazione e quindi la approfondiremo insieme tutti quanti.
Infine, se i dati presentati da Tirrenia sono esatti, parlo dei dati esposti in audizione qui in Parlamento dal commissario straordinario, la società avrebbe continuato a generare cassa, visto che lo scorso anno, con lo stesso commissario straordinario, la Tirrenia ha realizzato un margine operativo lordo di 35 milioni di euro circa che, con pochi tagli e maggiore efficienza, potrebbero diventare addirittura 50 milioni di euro. Comunque, come si entra o si esce, l'attuale valutazione di Tirrenia per pagamento contanti varia tra il prezzo minimo dei 380 milioni previsti dalla Banca Profilo, e sotto il quale per legge non si può scendere, e un prezzo massimo, così come comunicato alle banche. Abbiamo tutti il dovere di controllare che la cessione avvenga nella maniera più trasparente possibile, il Governo e il Parlamento, i lavoratori e le organizzazioni sindacali. Deve essere questa un'operazione più trasparente possibile e non discriminatoria, così come previsto dalla legge emanata dal Governo Berlusconi per la privatizzazione della Tirrenia, mi riferisco alla legge n. 163 del 2010. Purtroppo, la risposta di oggi del Governo non ha chiarito molti delicati aspetti contenuti nella nostra interpellanza urgente e pertanto invitiamo, con forza e con garbo, ma con molta determinazione, lo ripeto, il Governo a porre in essere un riesame di tutti gli atti. Torneremo presto, comunque, su questo tema perché è un tema che i lavoratori ci sollecitano tutti i giorni e ne hanno perfettamente ragione

 


   

         

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