LOMBARDO.
LA
SARDEGNA
DEVE
AVERE IL
CORAGGIO
DI OSARE
(AGENPARL)
- Roma,
26 set -
La
presidente
del
Consiglio
regionale
Claudia
Lombardo
ha
aperto i
lavori
dell'assemblea
regionale
del
Consiglio
delle
Autonomie
Locali
convocata
nel
Palazzo
dei
congressi
della
Fiera.
All'ordine
del
giorno
c'è
l'elezione
di 28
sindaci
all'interno
del CAL
che si
aggiungeranno
ai 16
membri
di
diritto
(gli 8
presidenti
delle
province
e 8
primi
cittadini
dei
comuni
capoluogo).
Ricordando
che il
Cal ha
operato
in
deroga
per un
ritardo
causato
dalla
fine
anticipata
della
scorsa
legislatura
regionale
e da
tutte le
problematiche
conseguenti
alla
crisi
economica
che ha
colpito
la
Sardegna,
la
Lombardo
ha però
spiegato
che “non
è stato
tempo
perso”
perché
tra il
Consiglio
regionale
e il CAL
“si è
instaurato
un
rapporto
di
collaborazione
e di
fattivo
dialogo”.
Dopo
aver
ringraziato
il
presidente
uscente
del
Consiglio
delle
Autonomie
Locali
Graziano
Milia
per il
suo
approccio
positivo
alle
varie
questioni
affrontate
sempre
nell'interesse
generale,
la
presidente
Lombardo
ha
spiegato
che il
periodo
“è uno
dei più
delicati
e
difficili
della
nostra
storia
autonomistica”,
contraddistinto
da una
“crisi
molto
acuta
che non
contribuisce
ad avere
serenità”.
La
presidente
del
Consiglio
regionale
ha
affrontato
l'argomento
delle
riforme.
La
legislatura
si era
aperta
sotto i
migliori
auspici,
ma
davanti
alle
continue
emergenze
della
crisi il
percorso
è stato
rallentato:
“Dobbiamo
avere il
coraggio
di
costruire
il
nostro
futuro
dotandoci
di una
organizzazione
regionale
adeguata”,
ha detto
la
presidente
Lombardo
aggiungendo
che
l'attualità
politica
e gli
effetti
della
crisi,
compresi
i tagli
al
sistema
delle
Autonomie
Locali e
la
modifica
del
rapporto
tra lo
Stato e
le
Regioni
a
Statuto
speciale,
rendono
necessario
che “la
nostra
Isola si
doti di
un
progetto
di
riforme
ben
definito”
sottolineando
come una
riforma
calata
dall'alto
produrrebbe
solo
effetti
negativi.
La
presidente
Lombardo,
citando
la
vertenza
entrate
e la
vendita
della
Tirrenia
come
“casi
emblematici”,
ha
dichiarato:
“Occorre
effettuare
un
ragionamento
giuridico
sugli
strumenti
normativi
adeguati
per
obbligare
il
Governo
nazionale
al
rispetto
del
dettato
statutario”.
Inoltre,
ha
aggiunto
che il
riconoscimento
dei
diritti
del
popolo
sardo
passa
attraverso
un
soggetto
terzo,
la UE:
“Non
allargare
i nostri
orizzonti
a
livello
europeo
sarebbe
miope”.
Richiamando
il
bisogno
di avere
“la
forza e
il
coraggio
di
osare”,
la
presidente
del
Consiglio
regionale
ha
auspicato
che la
Sardegna
e i
sardi
possano
crescere
e
progredire
in un
sistema
regionale
che
sappia
sviluppare
uno
“sviluppo
armonioso
fra i
territori”
evitando
sterili
contrapposizioni.
Lo rende
noto il
Consiglio
Regionale
della
Sardegna