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FUMO NEI PORTI. VITTORIO PETRELLI (IDV),  CONFITARMA INVECE DI MINACCIARE, FAREBBE BENE A CONFRONTARSI

 

Ieri, durante l'assemblea nazionale degli armatori e alla presenza del Ministro dei trasporti Matteoli, il Presidente di Confitarma ha dichiarato che se si continua così, riferendosi alle 32 denunce elevate nel Porto di Civitavecchia nei confronti degli armatori, le navi saranno costrette a fare scalo in altri porti.

 

Piuttosto che lanciare minacce, il presidente farebbe bene a confrontarsi con chi, a Civitavecchia, solleva due questioni fondamentali: in primis, la salvaguardia della salute pubblica e, a seguire, il lavoro e lo sviluppo.

Negli ultimi anni, il porto di Civitavecchia è arrivato a gestire elevati livelli di traffico e ad una situazione ambientale che non può più essere ignorata.

Quanto alle denunce D'Amico è così certo che non troverebbe un ugual trattamento "negli altri porti" in considerazione che la normativa è nazionale e l'attenzione ambientale specie nei confronti dei porti è abbastanza elevata dappertutto?

Anche le repliche di Monti e di Nitrella, secondo cui "il tavolo tecnico sta portando all'abbattimento delle emissioni" ci spingono ad essere cauti nel giudicare avviata la questione dell'abbattimento dei fumi.

Infatti, ultimamente, nonostante le dichiarazioni, si sono avuti numerosi episodi di emissione di dense colonne di fumo nero dalle ciminiere delle navi. Le compagnie, che a detta della Capitaneria avevano adottato interventi correttivi, alla richiesta di spiegazioni, hanno vergognosamente taciuto.

D'altro canto, è certamente positiva l'attenzione cresciuta intorno alla vicenda e sono positivi i tentativi dei cittadini per contrastare il fenomeno, ma questo, a nostro parere non basta, essendo indispensabile l'avvio di analisi ambientali certificate e la costituzione di un apposito tavolo istituzionale, in cui valutare e proporre soluzioni, in una prospettiva a medio e lungo termine.

E in questo momento difficile possiamo prendere esempio dalle recenti esperienze di ARPA Puglia, che ha garantito obiettivi di qualità per la risoluzione di situazioni di alcune criticità ambientali quali l'ILVA di Taranto e l'area agricola del SIN di Brindisi

 


 

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                 03-10-2011

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